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Divisione Regionale 2

Simone Caldara dei Night Owls annuncia il nuovo coach

In un caldo e afoso pomeriggio di mezza estate, incontriamo Simone Caldara, coach e presidente dei Night Owls Trento, per parlare non solo della retrocessione della prima squadra, ma sopratutto dei progetti societari e per avere un suo parere sulla nuova stagione che andrà ad iniziare da qui a qualche mese.

Direi che possiamo cominciare con un bilancio complessivo di tutte le tre formazioni che fanno capo alla vostra società, impegnate nei campionati di DR1, DR2 e DR3?

«Aggiungerei anche l’Under 17, così partiamo dal basso. Stagione super per questi ultimi, siamo arrivati in semifinale, abbiamo vinto in regular season contro l’Aquila Basket, che poi ha vinto il campionato di categoria. La squadra è cresciuta molto, gruppo da prospetto per i prossimi due anni, con il quale magari competere nei prossimi due anni, anche fuori regione. In D3, terzo posto a fine campionato, abbiamo giocato in semifinale dei playoff perdendo in gara 3. Gruppo coeso, qualche ragazzo lo perdiamo per via di motivi di studio, la perdita più importante sarà quella dell’allenatore, anche lui torna nel bellunese, ma siamo già pronti per ricostruire la squadra. Obiettivo del prossimo anno sarà quello della vittoria. In DR2 avevamo obiettivi diversi, almeno l’obiettivo playoff, ma siamo arrivati ultimi. Abbiamo chiesto quindi con la formazione di DR2 di giocare in DR3 nel prossimo campionato, una parte giocherà nella DR2 e il resto in DR3, quindi ricapitolando avremmo per il campionato 24/25, una squadra in DR2 e due formazioni nel campionato di DR3, avremo un derby societario quindi in DR3, con una formazione per vincere il campionato e una per divertirsi.»

Se non tocchiamo un tasto dolente, volevamo chiederti come è stata presa la retrocessione della formazione di DR1?

«Non è un tasto così dolente, era una cosa che si poteva immaginare. Il campionato era molto complicato e il gruppo era inesperto per questa categoria, partivamo con solo 4-5 ragazzi che conoscevano la categoria e gli altri erano tutti novelli e durante l’anno hanno potuto sperimentare questa categoria. Non dimentichiamo che nell’anno precedente ci eravamo salvati ai playout nell’ultima partita. A questo si è aggiunta l’uscita per motivi personali del play titolare a gennaio, due mesi di problemi fisici per la guardia titolare, e poi ai playout l’uscita del nostro miglior marcatore della stagione. Togliendo anche dei perni per vari motivi, c’è stato più spazio per altri per fare esperienza nella categoria, ma ovviamente meno esperienza sul campo nei momenti più difficili. Avevamo anche iniziato la stagione senza Stevan e Molo che avevano cambiato società durante la scorsa estate, ma anche Zago e Scauso, che probabilmente torneranno la prossima stagione, almeno di Zago ti posso già dare l’ufficialità che ritorna in squadra. Non possiamo dire di essere contenti di come è andata, ma prendiamo la parte positiva dell’esperienza fatta dai ragazzi e sapremo gestire meglio la situazione. Ad esempio Fronza, che era il terzo play, si è trovato a giocare anche per 30 minuti in certi match e questa è stata tutta esperienza per lui, che si porterà dietro nel prossimo campionato e nell’Under 19.»

Facciamo un passo indietro, qualche anno fa giocavi nel Villazzano, poi di colpo a capo di una nuova società, cosa è successo e ci vuoi raccontare questo percorso?

«Sì, giocavo nel Villazzano, tutte le giovanili per arrivare sino in prima squadra. Gestivo anche il gruppo, e quindi ho voluto creare qualcosa di mio, vista l’esperienza fatta a livello organizzativo nel Villazzano stesso. Allenavo e gestivo lo stesso gruppo, quindi volevo qualcosa di mio dove mettevo tutto me stesso.»

Quindi da dove nascono i Night Owls, anche a partire dal nome?

«Il nome nasce da una discussione con il vice presidente della società Fabrizio Rizzonelli, con cui abbiamo fondato la società. Dovevamo trovare un qualcosa che ci accumunasse al territorio, una semplice ricerca su Google ha mostrato che il gufo è uno degli animali più presenti sul nostro territorio. Da qui è iniziata la ricerca del nome, poi in inglese le iniziali di Night Owls Trento erano l’acronimo del nostro secondo nome, Not in My House.»

Analizzando un pò da fuori le due ultime stagioni di DR1 o serie D che dir si voglia, con la scomparsa di società come GS Riva, i Piani Bolzano che non hanno più la seconda squadra, le retrocessioni del Maia Merano, dell’Europa Bolzano, i Night Owls e addirittura il Gardolo. Guardando ora, ne è valsa la pena a tuo avviso avere una sinergia con le formazioni venete o era meglio come qualche anno fa, dove le formazioni regionali giocavano in una sorta di limbo in un’isola felice, dove non vi era un vero confronto con le formazioni più forti, ma almeno non sparivano società e non c’era la paura della retrocessione per un numero così alto di squadre?

«Secondo me a questa domanda ci sono due risposte. La prima è sì, è stato meglio, perché si siamo affacciati fuori dal nostro guscio e abbiamo potuto sperimentare un altro livello di gioco di basket giocato. Un altro e più alto livello di gioco, anche a livello organizzativo di campionati. Dall’altra parte posso dire che forse non eravamo pronti a questi cambiamenti, e forse serviva un supporto economico, uscendo dalla regione, i costi sono triplicati, tra trasferte e parametri dei giocatori. Per affrontare le 8/10 trasferte l’anno, servono anche dagli 8.000 ai 10.000 euro in più in un anno. Per società piccole come la nostra, ma anche per squadre più strutturate, sono comunque una cifra importante e l’impatto sul bilancio annuale si sente.»

Come sarà la prossima stagione di DR2 a tuo avviso? Molti dicono che assomiglierà alla serie D di qualche anno fa, viste anche le presenze di varie “nobili decadute”. Tu come vedi questa nuova stagione?

«Sarà sicuramente un campionato più numeroso e più competitivo. Ci saranno le tre retrocesse, oltre ai Blue Bear, Villazzano, i Red Fox, la seconda squadra di Rovereto, il Maia Merano e le altre. Non posso dire che scendiamo di categoria e vinciamo a mani basse, sarà un campionato tosto, pieno di squadre forti. Partiamo con un roster che sulla carta è forte, il livello si alzerà molto e penso che nel futuro, tra qualche anno anche la DR3 ne beneficerà, magari con la creazione di una DR4 oppure di un secondo girone di DR3, come già avviene in altre regioni. Arriveranno nuovi allenatori e questo è un bene per la categoria. Ci saranno squadre più strutturate rispetto al passato. Noi ufficializziamo il nuovo allenatore, non sarò più io, perché vorrei tornare sul campo, devo valutare in che categoria. Torna con noi Nicola Bonelli, allenava la nostra squadra in DR3 due stagioni fa, e sarà l’allenatore per la nuova stagione della nostra prima squadra.»

Secondo la tua esperienze e viste le scorse stagioni, non c’è il rischio che nella prossima stagione le tre formazioni di DR1, Virtus Altogarda, JBR Rovereto e Civezzano, rischino di fare la fine dei vasi di terracotta in mezzo ai vasi di ferro?

«Ci può essere questo rischio. Sono realtà, sopratutto Rovereto e Riva, che possono essere in grado di affrontare la stagione. Riva ha rinforzato il roster questa estate, Rovereto secondo me dovrà annunciare qualche colpo, ma comunque la sua forza sta nelle giovanili e qualche giocatore può emergere. Poi negli ultimi anni è stata la squadra più stabile, non dimentichiamo che ha cominciato la stagione appena conclusa con un 8-0 nel bilancio di partenza, che poi ha determinato l’andamento in classifica. Quando gli altri dovevano fare rodaggio, Rovereto dominava già la classifica.»

A tuo avviso cosa hanno in più le squadre venete, Valsugana a parte, le formazioni regionali hanno avuto tutte problemi, sopratutto nella seconda parte del campionato?

«Faccio un grandangolo, le squadre venete hanno più numeri. Più qualità dei giocatori, hanno molte più possibilità di pescare da molte più parti, sia dal settore giovani, penso alla realtà di Dueville o l’Argine di Vicenza, che abbiamo affrontato, oppure avere giocatori di livello che giocano magari in varie società, abbiamo incontrato giocatori che hanno giocato in serie B, in Trentino mancano figure come queste. Noi avremmo anche potuto pensare ad un’altra stagione in DR1, ma partire dall’idea di salvarsi rincorrendo le altre è psicologicamente più difficile rispetto a stare una categoria sotto e pensare di andare a vincere il campionato di DR2. E’ molto più facile dicendo vinciamo il campionato. Per fare bene la DR1, servirebbe mettere sul piatto 50.000 euro per acquistare qualche giocatore da fuori regione.»

Sarà più divertente e combattuta immagino la nuova DR2?

«Sicurante, ma mi aspetto anche che la federazione stia più attenta a questa categoria. Parlo di arbitraggi, gestione, visto che sta diventando il campionato di riferimento della regione. Vero che esistono due squadre in serie C e tre in DR1, ma il grosso degli iscritti sarà in DR2. In DR1 ho notato degli arbitraggi molto buoni, anche se noi coach ci lamentiamo qualche volta, ma le differenze con la DR2 si notano, specie dopo l’esperienza con la realtà veneta.»

Chi parte da favorita nel nuovo campionato di DR2?

«Metto noi davanti. Metto anche un pò di pepe ai miei ragazzi, scendiamo in campo per arrivare alle final four per poi andare in finale e vincere. Il roster è quasi completo, metà ragazzi dello scorso anno, mancano solo un paio di pedine. Metà DR1 dello scorso anno e metà DR2. Gardolo da quello che ho capito, perdendo Spinelli e Molo e credo che Gecele non rimanga, Claus credo abbia problemi al ginocchio. Gardolo non lo vedo più forte di noi, avrà la base strutturata con la squadra che ha vinto il DR3, noi abbiamo a questo punto più esperienza. Loro 2/3 buone individualità, noi almeno 8. Mettiamo carne al fuoco, magari finiamo anche ultimi, ma come l’anno scorso abbiamo detto di lottare per la salvezza, quest’anno lottiamo per la vittoria.»

Ha ancora senso giocare la Coppa Trentino, visto che ci sono soltanto 3 formazioni di DR1?

«Così direi proprio di no. Forse ha più senso pensare ad una formula nuova, che coinvolga più squadre e ad iscrizione libera, che coinvolga chi vuole partecipare, al di là della categoria. Chi vuole della DR2 o DR3 può partecipare, come avveniva anni fa. Poi se devo dirla tutta, penserei ad una calendarizzazione diversa, ha stonato negli ultimi anni, quando la prima parte della coppa è messa ad inizio stagione, nel momento più delicato della preparazione fisica. Avere ad inizio stagione due o tre partite per settimana, non aiuta di certo.»

Come vuoi concludere questa intervista?

«Concludo dicendo che l’obiettivo societario è cambiato, prima pensavamo molto alla prima squadra, ora siamo più focalizzati sulle giovanili e sull’Under 19. In questi due anni la stessa Under 19, ha l’obiettivo di vincere un campionato di categoria, siamo arrivati quest’anno alle final four. Anche in questa nuova stagione abbiamo lo stesso obiettivo e poi vincerlo nella successiva con l’annata 2007. La stessa cosa proveremo con l’under 17, che stiamo costruendo. Se qualcuno vuole venire a provare con noi dagli under 17, le porte della famiglia dei Gufi sono aperte a chiunque voglia avvicinarsi a questo sport.»

Autore
Sandro Botto
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