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23 anni di Folgaria Basketball Camp

Ad un mese dall’inizio della 23ª edizione del FBBC, torna a parlare il direttore Renato Caroli, intervenuto di recente alla trasmissione di Triveneta “Basket Jump”.
Renatone ha spiegato l’utilità per un ragazzo dei basketball camp, in particolare quello di Folgaria: «Noi abbiamo sempre cercato di offrire il meglio di quello che potevamo dare ai ragazzini. E per me il meglio, se prima era un sogno, adesso è realtà: sto parlando di leggende come gli ex coach NBA e NCAA: Rollie Massimino, Mike Fratello, Bob McKillop, Doug Moe sono figure importantissime secondo me nella maturazione dell'atleta anche per 6 giorni di camp. I 6 giorni a volte sono più importanti di 3 mesi di palestra e questo senza nulla togliere al lavoro fatto in palestra, ma perché permettono al ragazzo di maturare da tutti i punti di vista. Il camp di Folgaria dedica molto spazio ai fondamentali, alle lezioni, allo sviluppo del gioco: lavoriamo moltissimo con i giochi a due e a tre e con il contropiede primario, anche perché il tempo che abbiamo a disposizione è poco e noi crediamo a questa fase. L'anno scorso su mille e più camperini, erano rappresentate 124 società e questo è un dato di cui vado fiero e che si manifesta anno dopo anno».
Il camp compie 23 anni, ci puoi raccontare la genesi? «L'idea è nata da due personaggi grandissimi, entrambi veneti: uno è Gianni Giomo che lavorava per la GIBA e l'altro era l'allora presidente della GIBA Renato Villalta. Quest'ultimo aveva la casa a Folgaria, come me: mi ha chiesto di dargli una mano, dato che nell’88 lavoravo alla Glaxo Verona, portando a Folgaria alcuni ragazzini. Nel giro di un mese, siamo riusciti a portare sù 25 ragazzi: l'anno dopo siamo passati a 57, poi a 110, a 180, a 300, fino ai giorni nostri: sono oramai 7-8 anni che superiamo le mille unità. Questa è un po' la storia di Folgaria: ci tengo a sottolineare infine che siamo arrivati a questo punto, grazie sì ai grandi personaggi, ma soprattutto per merito di persone "normali" che lavorano in Italia con i giovani e che sono i miei bracci destri, cui non potrei farne a meno».
Come riesce il camp a venire a contatto con questi personaggi “leggendari”? «I grandi nomi arrivano per merito di alcuni amici di Renatone e del camp: uno su tutti, coach Rudy D'Amico. Lui è stato per 10 anni scout dei Cleveland Cavaliers e da 3 anni è scout degli Orlando Magic: grazie quindi alle sue conoscenze, i vari Rollie Massimino, Mike Fratello, Bob McKillop sono venuti a Folgaria per merito suo. E non dimentichiamoci di quando portò a Folgaria il grande Dan Peterson: furono 4 giorni indimenticabili, ci sembrava di vivere un sogno perché Dan è un personaggio eccezionale e una persona squisita: tutti magari pensano che sia inavvicinabile e invece stava in mezzo ai bambini tutto il giorno e per me è stata una piacevolissima sorpresa. Quest'anno abbiamo la leggenda di Denver, Doug Moe, colui che ha fatto la storia di Memphis, Dick Versace, e, per il secondo anno di fila Terence Stansbury, l’uomo che faceva la gara delle schiacciate con Michael Jordan. Il messaggio più importante che questi personaggi trasmettono al ragazzino è il loro grande amore verso il basket: loro amano la pallacanestro e si vede benissimo, tanto che quando tengono le proprie lezioni, sembrano che la facciano davanti a 500 allenatori e invece la fanno in mezzo a dei bambini e per me questa è una cosa straordinaria».

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