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Divisione Nazionale B

Giordani si lecca le ferite, ma guarda avanti

Con Gabriele Giordani è cominciato un sogno, ma per questa stagione non si è potuto realizzare: la sua Bitumcalor è fuori dalla corsa playoff, e dovrà accettare di affrontare un altro campionato di B2 (il quarto consecutivo), malgrado abbia concluso la stagione regolare al primo posto, facendo dunque sperare in qualcosa di più. Invece è arrivata Ancona, che in tre gare ha tagliato gambe e speranze alla sua squadra, che dovrà incominciare un nuovo cammino nuovamente in questa categoria.
Cosa non è andato contro Ancona?

«E’ stato un 3-0 legato soprattutto per la condizione mentale migliore dei nostri avversari. Ancona è stata brava a mettere in risalto i nostri “difetti”. La squadra di coach Coen era in un momento di forma eccezionale, viene da un’incredibile serie di 12 vittorie nelle ultime 13 partite. Un altro fatto condizionante credo sia stato che l’obiettivo iniziale di Ancona era la salvezza, quindi contro di noi non avevano nulla da perdere ed hanno giocato con grande tranquillità».
Qual è stata il punto di forza della Banca Marche?
«Direi che Coen ha saputo organizzare sempre la tattica difensiva migliore nel momento giusto. La sua formazione ha difeso benissimo, passando dalla uomo, alla zona, ad una box and one, azzeccando sempre il momento adatto per il cambio di difesa. I suoi ragazzi sono stati bravi ad applicare gli schemi difensivi, che credo siano stati la chiave dei tre match. Con questo 3-0 direi che Ancona ha le carte in regola per vincere questo campionato e ottenere dunque la promozione in B1».
Tuttavia i passivi non sono mai stati pesanti, al massimo la differenza fra i due team è stata di 7 punti nei tre incontri. Forse con un po’ più di fortuna almeno una vittoria la si poteva ottenere.
«Nel basket non credo esistano le variabili fortuna e sfortuna. Purtroppo è andata così e dobbiamo accettarlo, ripartendo nel miglior modo possibile».
Qual era l’obiettivo ad inizio stagione?
«La nostra aspirazione, in partenza, non era quella di vincere il campionato, ma di disputare una bella stagione rilanciando i nostri giovani, anche i trentini. Credo che entrambi gli obiettivi possano esser stati centrati, ma questo non giustifica assolutamente le tre sconfitte contro Ancona. Tuttavia non ci si può lamentare parlando della stagione in generale: abbiamo fatto un bel campionato, peccato per il finale».
Com’è la situazione all’interno dello spogliatoio?

«Ora come ora c’è molta delusione, credevamo di avere le carte in regola per vincere, ma non è andata così. Dobbiamo smaltire il rammarico per questa amara conclusione della stagione».
Come si è trovato con la squadra?
«Benissimo, devo ringraziare i miei giocatori che hanno sempre giocato con il massimo impegno, è un gruppo davvero molto unito e con il quale è bello lavorare».
Ha due parole anche per la dirigenza?
«Ringrazio anche i piani alti societari: l’Aquila è una società organizzata molto bene con la quale mi sono trovato davvero bene. Mi sento di ringraziare sicuramente anche il presidente per l’acquisto di Diego Fessia nel finale di stagione».
Nel precedente campionato di B2 era a Fossombrone e lo ha vinto: come le sembra il livello di questa B2 a differenza della scorsa?
«Sinceramente direi che quest’anno la B2 è stata di un livello leggermente più basso a confronto con quella della stagione 2006-2007».
Qual era il punto di forza della sua squadra?
«La continuità. Nell’arco della stagione siamo arrivati a raggiungere una striscia positiva di 8 vittorie consecutive. Purtroppo questo fattore non ha avuto seguito nei playoff e siamo usciti di scena».
Un’ultima domanda, abbastanza scontata: dove sarà il suo futuro?
«Siederò ancora sulla panchina dell’Aquila nella speranza di coronare il sogno di portare Trento in B d’Eccellenza».

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