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Intervista a Luca Ciotoli capitano del Cus Trento

Alla vigilia dello storico esordio in serie C del Cus Trento ci siamo volti confrontare con il capitano della formazione che nella scorsa stagione ha raggiunto l’importante traguardo, Luca Ciotoli.
Nato nel 1993 a Sestri Levante, in provincia di Genova, dopo essersi diplomato al liceo scientifico sceglie di venire a Trento per frequentare la facoltà di Sociologia. Laureatosi a giugno in piena stagione play off, ha deciso di proseguire il percorso di studi con la magistrale “gestione delle organizzazioni e del territorio”. È il suo quarto anno a Trento, che ormai considera come casa propria. Il suo sogno è quello di lavorare nell’ambito del turismo sostenibile e ritiene, che in Trentino siano in atto processi interessanti. Oltre al basket adora il kayak e il suo sogno è quello di costeggiare la sua Liguria in un viaggio di diversi giorni. Questo progetto tenterà forse di metterlo in atto a fine stagione nel 2016. In Italia non ha una squadra del cuore, ma in NBA tifa per i Boston Celtics. Non ha un giocatore preferito, ma si ispira a Kevin Garnett, del quale invidia grinta e spirito di squadra.

Descrivici le sensazioni del campionato appena concluso con la bella promozione in serie C
«È stato un anno fantastico, nel quale si è creato un grande gruppo, nonostante ci fossero molti componenti nuovi. La promozione è stata una gran bella soddisfazione, soprattutto perché è arrivata dopo una stagione in cui siamo riusciti a rimanere sempre uniti e sereni, anche nei momenti di difficoltà. Avevamo la consapevolezza che la promozione sarebbe dipesa solamente da noi e dal nostro gioco e questo ci ha portato a giocare ed allenarci con una grande serenità».

Quanto era forte la voglia di vincere la D all'interno dello spogliatoio, dopo aver perso la finale nella scorsa stagione e la mancata iscrizione dell'anno prima?
«Io sinceramente vedevo la promozione come l’unica soluzione possibile. Sfiorarla per due anni è stato frustrante e l’idea di affrontare per un altro anno la serie D non ci esaltava per niente. La voglia di conquistare la serie C è stata manifestata da tutta la squadra fin dal primo allenamento ed è rimasta costante per tutto il campionato».

Fatti salvi i tuoi compagni di squadra, quali altri giocatori di serie D giudicheresti i migliori della stagione?
«Le squadre che ho trovato più ostiche da affrontare sono state Gardolo e Riva del Garda. Con i primi abbiamo sempre sofferto il loro gioco di squadra, mentre la coppia di lunghi di Riva del Garda, Pastori e Morghen, ci ha creato diverse difficoltà durante l’anno e soprattutto durante le finali».

Quanto ha contato la grinta di coach Eglione per farvi raggiungere il risultato conseguito?
«Il coach è stato un elemento fondamentale della promozione, è riuscito a creare un clima perfetto all’interno dello spogliatoio. Capiva i momenti in cui avevamo bisogno di divertirci e sfogarci e quelli in cui doveva riportarci sulla giusta rotta. Grazie a lui siamo sempre rimasti concentrati sull’obbiettivo, senza mai sbandare. Un compito veramente difficile se si pensa a quanto è durato il campionato».

Il Cus ha sempre sofferto i rientri dalle vacanze natalizie o dopo pause importanti. Ciò è dovuto alle pause di voi studenti universitari?
«Durante le pause universitarie non siamo mai riusciti ad allenarci con continuità, a causa dei molti studenti fuori sede, e questo ha causato degli ovvi cali di prestazione della squadra. Sarà importante quest’anno evitarli, non ce li potremo proprio permettere in un campionato competitivo come quello che stiamo per affrontare».

In che facoltà sei iscritto e cosa ti ha portato a Trento?
«Mi sono laureato a giugno nella triennale di sociologia e quest’anno inizierò la laurea magistrale in “Gestione delle organizzazioni e del territorio”, all’interno del dipartimento di Sociologia. Ho scelto Trento, oltre che per la qualità dell’università, perché mi sembrava una città più adatta a me, rispetto ad altre realtà come Milano o Roma. In più quando ho visto che l’università aveva pure una squadra di pallacanestro non ho più avuto dubbi!».

Come sarà il Cus della prossima stagione, ci puoi dare delle anticipazioni?
«È difficile sbilanciarsi, perché anche noi non sappiamo bene cosa aspettarci da questa avventura. Siamo la squadra più giovane del campionato e il nostro obbiettivo è quello di salvarci in tranquillità, cosa non semplice in una competizione dove retrocedono ben quattro formazioni. Il mio sogno è riuscire a mantenere la serenità dello scorso anno, riuscendo a toglierci delle belle soddisfazioni sul campo. Valuteremo obbiettivi più concreti partita dopo partita».

Autore
Sandro Botto
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