Intervista a capitan Tovazzi e coach Ravagni del Ravina
Alla vigilia della ripresa di campionato abbiamo fatto visita al Belvedere Ravina Basket e chiacchierato con il capitano Daniele Tovazzi e l’allenatore Enea Ravagni, per capire meglio come se la sta cavando la squadra del sobborgo trentino.
Cominciamo da Daniele, cosa mi dici del 2013 del Belvedere Ravina e come vedete l’attuale campionato?
«Un 2013 certamente soddisfacente per noi: regular season conclusa al terzo posto e semifinale nei play off, sconfitti dal Cus, che poi ha vinto il campionato. Questa stagione è iniziata molto bene per noi, a livello tecnico posso dire che la serie D è cresciuta, ci sono giocatori molto più forti rispetto alle scorse stagioni ed essere ancora terzi in classifica è sicuramente una cosa importante. Cercheremo di dare continuità ai nostri risultati».
Delle cinque grandi di questo campionato, definite il “G5”, il Ravina forse è la più particolare, forte con le più competitive, ma al tempo stesso l’unica a cedere punti, per ben due volte, contro una squadra della parte bassa della classifica, come mai?
«È vero, ci abbiamo pensato, ma non sappiamo dare una spiegazione alla cosa. Fa parte del gioco che esistano delle bestie nere contro le quali il fattore psicologico prende il sopravvento».
Contro i Piani Junior Bolzano avete perso malamente, segnando solo 33 punti, record negativo di punti fatti nella stagione. Cos’è successo in quella partita?
«Credo che quella sia stata la peggior prestazione del 2013 per il Belvedere Ravina. Un black out dovuto al fatto che non ha funzionato niente, sia in attacco sia in difesa. Non siamo riusciti a tenere alto il ritmo in difesa, come facciamo di solito e questo credo abbia compromesso il tutto. Da questa sconfitta, però, dobbiamo trarre il massimo, deve darci lo stimolo a non sentirci appagati da vittorie contro le big e ad allenarci duramente».
Prossimo turno contro il San Marco Rovereto, seconda forza del campionato, unica ancora imbattuta in casa assieme alla capolista Fisiolab Europa. Che partita sarà?
«Sicuramente andremo a Rovereto per vincere, giocando a viso aperto, consapevoli di quello che abbiamo fatto fino ad ora».
Avete sinora incontrato tutti gli avversari, quali sono i due giocatori che ti hanno colpito maggiormente, magari un “veterano” e un giovane?
«Il primo è facile da individuare in Milone, dell’Europa Basket. In realtà non mi ha impressionato, perché l’avevo già visto in azione. Un giocatore di un'altra categoria, lo sappiamo tutti. Tra i giovani Gambino del Gardolo, un ottimo lungo, molto corretto e preciso, mi piace molto».
Anche se ci sta ascoltando, che giudizio dai delle strigliate di coach Ravagni?
«Fanno bene e forse dovrebbe farne qualcuna di più. È giusto che un allenatore si arrabbi quando è il momento di farlo».
Lo abbiamo coinvolto nella domanda precedente e quindi passiamo la palla a lui. Ravina forte con le forti, soffre con le deboli. Un’analisi di questa parte della stagione?
«Un bilancio certamente positivo, alleno un gruppo di giocatori che stanno facendo molto, ci danno dentro. Di molti di loro sono anche amico, una cosa che in parte è positiva mentre altre volte non aiuta molto il lavoro».
La scorsa stagione fu dominata da due squadre, il Gardolo che vinse la regular season e il Cus che vinse i play off. Dietro le altre, ma molto distanziate. Questa stagione invece pare molto equilibrata, con le cinque grandi che sono tutte lì, anzi proprio Gardolo è l’ultima del quintetto di testa. Questa stagione è più equilibrata della scorsa?
«Sì, il livello si è alzato ed il numero delle squadre forti è cresciuto. Alle prime cinque aggiungerei anche Piani Junior Bolzano, che se spinge un po’ di più nella seconda parte del campionato è in grado di raggiungere le prime. Questo è un buon campionato dove ci si può divertire, migliorato grazie al rientro di giocatori importanti in squadre come la nostra, nell’Europa Bolzano e nel Cus».
Chi vincerà quest’anno tenterà il salto di categoria?
«Non lo so, me lo auguro, so che il Cus lo scorso anno ha cercato la promozione in C, ma poi purtroppo sono intervenuti problemi economici non semplici da risolvere».
L’anno scorso a questo punto del campionato dopo la pausa natalizia, i giochi erano già fatti, con Gardolo e Cus che dominavano. Quest’anno regna l’equilibrio, con 5 forse 6 possibili pretendenti al titolo. Chi vincerà la regular season?
«Speriamo di rimanere li, ma credo che l’Europa possa esser messa meglio, anche se sul piano anagrafico la squadra altoatesina potrebbe pagare dazio. Anche il Ravina non è una squadra giovanissima, ma l’esperienza è più importante dell’età».
Qualcuno dice che la pausa natalizia sia capitata nel momento giusto per la Fisiolab Europa Basket, la quale aveva problemi d’infortuni e uno stop di circa 20 giorni non può far loro altro che bene. Sei anche tu di quest’avviso?
«Ritengo che la pausa natalizia sia pericolosa per tutti, al di là degli infortuni. Si perde il ritmo, non si riesce ad allenarsi come si deve. Temo la partita di mercoledì contro il San Marco Rovereto, dopo una sosta di tre settimane non è il miglior avversario con il quale ripartire».
Parliamo della parte bassa della classifica. Tolta Piani Junior, che di certo non è coinvolta per la lotta per non retrocedere, come vedi le altre?
«Sono rimasto un po’ deluso dell’inizio stagione dell’Audax Pergine, ma so che ha sofferto di alcuni importanti infortuni. Credo che a lungo andare nella stagione sia forse la squadra meglio attrezzata».
Due giocatori che toglieresti agli avversari, un veterano ed un giovane?
«Non è proprio un veterano ma lo sento da alcuni anni, Kantioler del Bressanone. So che riesce a trascinare la squadra da solo e a tenerla sulle sue spalle, mi piacerebbe magari in un futuro allenarlo. Fra i giovani ha buona esperienza Michele Pedrotti del Cus, classe ’93. È un talento, ma sino ad ora secondo me non ha dato il massimo in questo campionato».
Molti addetti ai lavori si sono lamentati del tipo di calendario, con partite ogni tre giorni, distribuito a spezzatino, con anticipi il venerdì e posticipi il lunedì sera. I giocatori di serie D o lavorano o studiano, com’è possibile tenere il ritmo di un campionato che distribuito così pare una brutta copia dell’NBA?
«Me lo aspettavo ad inizio stagione. Io ho un organico di 17 giocatori, in più di 40 allenamenti li ho visti tutti insieme soltanto tre volte. Con un calendario così stretto e ravvicinato, a questo punto la partita diventa una buona forma di allenamento».
Perché tanta fatica contro i Piani Junior?
«Non riusciamo ad adeguarci al loro gioco, hanno comunque un quintetto forte, magari senza riserve, ma alcuni di loro hanno esperienza in serie C. Con altre cosiddette “deboli” riusciamo a imporci e portare a casa i due punti, ma con loro è un problema».
Tra poco finirà la regular season dove si definiranno le posizioni dei play off. Voi giocherete per tentare di evitare il Gardolo e soprattutto i Piani junior, possibili mine vaganti nella parte finale del torneo?
«Personalmente vorrei evitarle entrambe, almeno al primo turno. Gardolo poi può solo migliorare e diverrà uno scoglio difficile da superare. Coi Piani Junior abbiamo un’altra partita in casa e lì dobbiamo prendere loro le misure».