All moving - Sport e turismo per disabili

Molte esperienze positive e buone leggi, ma mancano ancora una cultura diffusa e una conoscenza generale. Ancora troppa la disattenzione da parte dei politici e degli operatori turistici. Queste alcune delle conclusioni dei tre giorni di “All moving – Sport e inclusione”.

A Riva del Garda giornata conclusiva di “All Moving” con due seminari dedicati a “Sport e disabilità” e al “Turismo sportivo accessibile”. Nel primo molte le esperienze positive come quella della cooperativa Sportivamente di Biella che da anni cura e realizza attività sportive che coinvolgono insieme persone disabili e non. “Oggi – ha raccontato il Presidente Charly Cremonte – stiamo raccogliendo i fondi per la costruzione di un centro sportivo polifunzionale accessibile il cui costo è pari 1,5 milioni di euro e a questa campagna stanno collaborando giocatori di Milan, Inter e Biella Basket.”

Tutti i relatori, però, hanno sottolineato come la promozione dello sport per disabili sia estremamente faticosa, soprattutto per una mancanza culturale e una disattenzione generale. Donatella Donati (nella foto), docente di Scienze Motorie all’Università di Verona ha confermato che associazioni e cooperative in tante parti d’Italia stanno facendo molto, ma restano esperienze frammentate. “Bisogna mettersi insieme anche per riuscire a far sentire la propria voce a politici disattenti. Per farlo - suggerisce la

professoressa - occorre partire dal dato sanitario: le persone disabili, ad esempio, soffrono più degli altri degli effetti della sedentarietà. Partire dalla salute consentirà di passare allo sport come strumento educativo e di inclusione e arrivare alla fine alla dimensione ludica ovvero allo sport come un modo per divertirsi anche per le persone disabili.”

Di mancanza culturale ha parlato anche Melania Corradini, campionessa di sci e portabandiera italiana alle Paraolimpiadi di Torino. “Partecipando alle gare e ai campionati organizzati negli altri Paesi, mi sono accorta che all’estero ci sono molte più informazioni, uguaglianza tra le federazioni, attenzione da parte dei media e anche della gente comune allo sport per disabili. Insomma, all’estero la disabilità è una normalità.”
Tra i temi del seminario dedicato al turismo sportivo accessibile ha dominato, invece, la disattenzione degli operatori del settore per i servizi dedicati alle persone in difficoltà. “L’accessibilità non dovrebbe essere più il parametro per decidere in quale albergo alloggiare o quale posto visitare, ma uno standard dell’offerta turistica. - ha dichiarato Leris Fantini di Cerpa Italia - Il cliente disabile, come tutti gli altri, ha diritto di scegliere in base alla qualità”. Una qualità raggiungibile, secondo Roberto Vitali, Presidente di Village for All, attraverso la formazione, la diffusione di dati oggettivi sulle possibilità fornite da strutture e trasporti, servizi flessibili e la conoscenza reale dei bisogni mediante ricerche di mercato. Anche i dati sono sconfortanti: in tutta Italia i campeggi accessibili sono solamente 14. Non è solo solidarietà, è anche una questione economica dato che il turismo sportivo in Trentino muove un giro d’affari di 6,3 miliardi di euro con circa 60 milioni di pernottamenti l’anno.

Cristian Aiardi, coordinatore del convegno, concludendo la mattinata ha sottolineato che con questa manifestazione abbiamo iniziato a dialogare e a costruire rete, una strada da non abbandonare. “Con la Federazione Trentina della Cooperazione, la Provincia autonoma di Trento e il consorzio Con.Solida. abbiamo deciso di intitolare questa manifestazione “All moving”. I tre giorni hanno dimostrato che è stata una buona intuizione – ha continuato Aiardi – perché le testimonianze e le riflessioni emerse confermano che lo sport è un diritto di tutti, ma bisogna che tutti si mettano in movimento perché diventi reale.” Nel pomeriggio “Tutti in tuta” dimostrazioni e prove pratiche di scherma in carrozzina, baskin e wheelchair hockey.
L’ufficio stampa