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LegaDue

Aquila comincia l’avventura, le parole di Toto Forray

Ormai mancano pochi giorni all'inizio del campionato di LegaDue e in casa Bitumcalor cresce l'attesa per l'avvio della seconda avventura nel secondo torneo nazionale. Per capire come si sta avvicinando la squadra alla nuova stagione agonistica abbiamo sentito Toto Forray.

Per rompere il ghiaccio, ti chiediamo quali sono le tue sensazioni alla vigilia della prima di campionato?
«Di sicuro non si vede l’ora di giocare, dopo sei settimane di allenamento tutto quello che si aspetta, è la prima di campionato. Poi quest’anno non essendoci stata la Coppa Italia, l’attesa è cresciuta molto, e la voglia di giocare è tanta».
Nella scorsa stagione avete avuto momenti eccezionali, come la vittoria in Coppa Italia e i playoff, ma anche momenti bui come le sei sconfitte di seguito. Cosa vi aspettate da questa stagione?
«Se va a finire come l’anno scorso, ben venga. Vincere una Coppa Italia e andare in semifinale di playoff, non è di certo una cosa semplice, sarebbe bello ripetersi. Vediamo di fare il tutto con lo spirito che abbiamo avuto l’anno scorso, giochiamo partita per partita senza pensarci, poi i risultati si vedono alla fine». 
Da capitano di certo avrai il polso di tutta la squadra, questa rosa rispetto a quella dell’anno scorso, come la vedi?
«Non so se questo organico è più forte di quello dell’anno scorso. Di certo è che questa squadra è più giovane di quella dell’anno scorso. La scorsa stagione con l’esperienza di Garri, che veniva da una categoria superiore, e Dordei, giocatore d’esperienza, la squadra sulla carta era più forte. Quelli che sono rimasti però hanno l’esperienza dell’anno scorso, e tenteremo di trasmetterla ai nuovi arrivati».

Può l’apporto di un giocatore come Lechthaler, venuto dall’A1, far fare il salto di qualità a questa squadra?
«Luca è certamente un giocatore molto forte, non solo a livello fisico. Penso che lui ci stia dando una grossa mano. Un giocatore come lui può darci quell’intensità in più, di certo è uno dei pilastri della nuova squadra».
Come ti trovi a Trento? Per molti tifosi ormai sei un trentino a tutti gli effetti. Come ti senti a esser “adottato” dalla tifoseria?
«Mi trovo molto bene. È bello che la gente riconosca il mio impegno e il lavoro che sto facendo. È importante la fiducia della gente, ma anche quella della società è importante, ti aiuta a stare tranquillo».
In Italia come ti trovi, ti manca l’Argentina? 
«Ormai sono qui da dieci anni. Non ho girato molto il mondo, ma mi trovo molto bene, sin dal primo giorno. In Argentina ci sono moltissimi immigrati italiani, conoscevo già la cultura e la cucina, la lingua non è molto differente, e non è stato così traumatico. Comunque conosco argentini che dopo una settimana sono tornati indietro. Io mi trovo benissimo, anche se ovviamente mi manca casa».
Quali sono le squadre favorite alla vittoria finale?
«Ho visto molto bene Verona, dall’arrivo di Carraretto, Barcellona è forte come tutti gli anni, penso che anche Jesi abbia fatto una bella squadra, poi ci aggiungo Torino. Penso che il livello della categoria si sia alzato di molto. Bisognerà vedere come vanno le prime giornate di campionato».
Per concludere questa intervista vuoi aggiungere qualcosa che ti sta a cuore?
«Vorrei che alla prima in casa di campionato venisse tanta gente come a fine stagione. L’anno scorso alle prime partite ci saranno state 300 persone, mentre ai playoff ce n’erano quasi 4000. La gente ha apprezzato ciò che stavamo facendo, ha valorizzato il nostro lavoro. Vorrei la stessa dimostrazione d’affetto dell’anno scorso, ma a cominciare dalla prima giornata».

Autore
Sandro Botto
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