Trent'anni fa l'addio a Bruno Paiar
Il 26 gennaio sono passati trent’anni dalla morte di Bruno Paiar, uno dei pionieri della pallacanestro trentina. Per capire quale è stato il suo ruolo nella crescita del movimento cestistico provinciale citiamo un passaggio tratto dal volume «Il chi è dello sport trentino» di Ottone “Bill” Brentari, editrice Panorama.
Che sia uno dei pionieri della pallacanestro trentina lo dimostra l’episodio verificatosi sul treno in un caldo pomeriggio d’estate del 1934, mentre l’improvvisata rappresentativa provinciale del Dopolavoro si recava a Vicenza per sostenere il suo primo incontro agonistico in trasferta. Durante il viaggio, infatti, ha tirato fuori dalla valigia il regolamento, spiegando agli amici le norme principali del gioco. Norme che sono state applicate qualche ora dopo sul campo vicentino, dove naturalmente la squadra di casa ha dettato legge. Le stesse norme sono tuttavia ben state assimilate in seguito anche dai giocatori trentini, che in breve volgere di tempo sono diventati una compagine temuta e rispettata anche fuori dai confini della regione. Questi giocatori erano Aldo e Mario Rossi, Rinaldo Scandolari, Giovanni Bocchi, Toni Trotter (ottimo quattrocentista), Bruno Eccel detto “Pavèla” e i due compianti Beppino Wolf ed Ezio Fracalossi, che avrebbero poi lasciato la loro giovane esistenza in operazioni di guerra sul fronte greco-albanese. In seguito il popolare Paiar si è sposato con la signorina Merli, anch’essa pioniera della pallacanestro femminile. Anziché cestista, la loro figlia Patrizia è diventata una delle più forti giocatrici italiane di softball.
«Aggiungo di mio che mio padre fu uno degli animatori, insieme al professor Carlo Covi, della società di atletica Tridentum, di cui fu presidente. - racconta il figlio Enzo Paiar - Fu inoltre presidente della società sportiva Dolomitica di Predazzo e ricordo che costruì il primo trampolino di Predazzo per il salto con gli sci, che, mi par di ricordare, si chiamava “trampolino Trieste”, ubicato sul grande prato di Loze».