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Divisione Regionale 1

Feddy Bailoni e le aspettative sul nuovo campionato

Federico "Feddy" Bailoni, non avrebbe bisogno di presentazioni, essendo un personaggio più che apprezzato nel panorama cestistico regionale. Ala/Guardia, classe 1994 di Trento in forze e capitano della Virtus Altogarda, alto 191 cm, diplomato al liceo linguistico e imprenditore agricolo, coltiva mele biologiche assieme al padre.

Un importante trascorso nella rosa dell'Aquila Basket in A2 fra le stagioni 2012/14, poi nel Gardolo in serie D, nel 2013/14 per poi ritornare sempre in maglia gialla nel 18/19, con 499 punti segnati in campionato. Cinque stagioni in serie C, con Europa Bolzano, Cus Trento e Virtus Altogarda. Dopo una parentesi al Cus Trento nel campionato non terminato per la pandemia di Covid 19, ritornato in serie D (ora DR1) sulle rive settentrionali del lago di Garda. Giocatore dal pedigree indiscusso, varie volte premiato come MPV stagionale, implacabile e che non molla un secondo, vero trascinatore con tanta voglia di vincere e di ben figurare.

Amante delle escursioni in montagne, delle grigliate con gli amici e protagonista estivo dei tornei di basket, ci parlerà della stagione appena conclusa e della sua visione sul campionato che ricomincerà a settembre.

Federico, iniziamo dal provare a capire la tua passione per il basket da dove nasce, quando hai iniziato e soprattutto quando hai capito che era il tuo sport?

«Ho iniziato in quinta elementare, a 11 anni, nel Belvedere Basket Ravina. La passione non nasce da nessuna parte, semplicemente io volevo giocare a calcio, ma essendo uno sport all’aperto, da piccolo mi ammalavo facilmente e quindi i miei genitori mi hanno iscritto a basket. Essendo sempre stato il calcio lo sport che volevo praticare, non so dire con certezza se il basket sia diventato realmente il mio sport.»

Cosa puoi dirci della stagione appena terminata, sia a livello personale che di squadra?

«A livello personale, una delle stagioni fisicamente e mentalmente più dure mai affrontate; stessa cosa si può dire anche a livello di squadra per via dei tanti via vai avvenuti all’interno della squadra che hanno portato all’impossibilità di poter giocare col roster al completo e di conseguenza disputare una stagione al di sotto delle reali potenzialità che la squadra aveva.»

Hai da poco rinnovato con la Virtus, come vedi la prossima stagione, grazie anche ai nuovi innesti Molo, Spinelli e Scorza?

«Vedendo i nomi dei nuovi innesti, sicuramente si potrà sognare in grande. Non possiamo nasconderci e con questo roster bisogna puntare in alto.»

Ormai sei uno dei senatori del basket regionale, cosa ne pensi di questa formula che alla fine ha visto sacrificate varie società, tra le quali la retrocessione del Gardolo, dove hai giocato per due stagioni?

«La formula del campionato in sé non mi entusiasma molto, se guardiamo la seconda fase dove ci si divide in altri gironi (Oro, Argento, Bronzo) si può vedere come per tante squadre, questa seconda fase sia ininfluente ai fini della classifica e quindi si giocano partite senza valore; così si perde la competitività e anche lo scopo di giocare una fase importante come sarebbe una classica fase ad eliminazione diretta.»

Secondo il tuo parere, il basket trentino può competere con quello veneto o serve qualche cosa per farlo crescere ulteriormente?

«A questa domanda vorrei collegarmi a quella precedente, per quanto riguarda la competitività di questo nuovo campionato con le venete. Penso che indubbiamente, in questo momento ci sia un divario enorme col Veneto per mancanza di organizzazione da parte delle società e soprattutto mancanza di materiale umano necessario per poter competere con altre realtà.»

Nella scorsa stagione a livello di squadra avete avuto un momento non brillante, poi avete assestato il tiro. Ci è parso che per un certo periodo, la Virtus fosse troppo Bailoni-Frattarelli dipendente, fortunatamente poi la squadra è girata meglio. Cosa vi ha fatto migliorare?

«Bella domanda. Ho diversi dubbi sul fatto che la squadra fosse dipendente da me e Frattarelli, ma anzi, questa squadra trovava forza nell’unione di ogni singolo componente. I vari via vai, come già accennato in precedenza, non hanno aiutato, ma abbiamo avuto un netto miglioramento nel momento in cui il roster si è consolidato definitivamente ed abbiamo potuto giocare insieme con costanza. Il pregio di questa squadra era che ognuno di noi poteva essere il protagonista della partita e qualsiasi ragazzo scendesse in campo, aveva qualcosa da dare che potesse aiutare tutto il resto del gruppo.»

C'è un giocatore regionale che non gioca con te, che invece ti piacerebbe avere al tuo fianco e con il quale potresti esprimerti al meglio sul parquet?

«In questo momento ho difficoltà a rispondere a questa domanda. Per il motivo che negli anni ho giocato in diverse squadre qua in regione e di conseguenza con molti giocatori. Negli anni ho avuto tanti compagni che vorrei di nuovo al mio fianco, questo è sicuro.»

Nella tua carriera, passando anche dall'Aquila Basket, quale è stato il giocatore che ti ha impressionato maggiormente?

«Se devo menzionare un giocatore, allora quella persona è il mio caro amico Dimitry Klyuchnyck (attualmente in Serie B Nazionale); mi ha impressionato non per il suo talento, l’abilità realizzativa o quant’altro, ma per la sua caparbietà, la tenacia che ha avuto di insistere nel diventare un giocatore professionista quando tutti gli dicevano che non sarebbe andato da nessuna parte.»

Come vedi la prossima stagione, con sole tre formazioni regionali inserite in un girone quasi interamente veneto?

«Sinceramente preferisco guardare alla mia squadra. Come detto prima, con questo roster è lecito sognare ed io, da capitano, sogno di regalare alla Virtus e alla città di Riva, innanzitutto una stagione degna di questo roster, perché gli sforzi fatti dalla società non vadano buttati, e poi magari qualcosa in più (che adesso non dico per scaramanzia) e chiudere in bellezza la mia carriera cestistica.»

Autore
Sandro Botto
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