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Divisione Regionale 1

Coach Lunghi della Virtus Isola fa il punto sul campionato

Per avere una visione più generale del campionato di Divisione Regionale 1, terminato il girone d'andata, abbiamo voluto chiedere un parere ad un coach veneto, Stefano Lunghi della Virtus Isola della Scala, terza forza del campionato. Lunghi dall'alto della sua esperienza, ci racconterà come vede il campionato arrivato al suo giro di boa e le potenzialità di formazioni e giocatori trentini.

Innanzi tutto, come le sembra questo campionato? Le piace questa formula mista che vede affrontare da subito formazioni trentine?

«Quest'anno, il campionato di DR1, come negli anni precedenti, è abbastanza disomogeneo. Nonostante sia sparita la C silver e qualche giocatore/squadra siano scese di categoria, il livello si è alzato solo in parte. 44 squadre divise in 4 gironi sono tante e si passa dall'incontrare squadre attrezzate con giocatori esperti e navigati a squadre piene di giovani che, giustamente, devono fare esperienza per crescere. Per noi essere inseriti nel girone Trentino è stimolante perché ci permette di confrontarci con squadre nuove. La formula decisa quest'anno è interessante però coinvolge poco le squadre di metà classifica che, finito il primo girone, non dà molti stimoli per provare a fare il salto di categoria e inoltre le coinvolge in minima parte nella lotta salvezza. Inoltre, mia opinione personale, le due squadre che vincono la DR1 devono avere il riconoscimento di fare il salto di categoria, senza passare dagli spareggi con la C, come avviene per esempio in Lombardia.»

Nella sua squadra, avete cambiato molto rispetto alla scorsa stagione?

«La squadra è cambiata molto rispetto lo scorso anno, molti giocatori hanno dato precedenza all'università e al lavoro cercando un impegno più "leggero" con il basket. Sono stati inseriti giovani, qualcuno con esperienza e altri che hanno bisogno di crescere. Anche l'allenatore è cambiato perché sono subentrato io verso la metà di settembre cercando di adeguarmi e adeguare il più in fretta possibile la squadra alla categoria.»

L’anno scorso avete vinto i playoff per il passaggio di categoria, come mai non avete voluto accedere alla serie C?

«Lo scorso anno, dopo la vittoria del campionato, la squadra ha perso lo spareggio contro Altavilla e durante l'estate non c'è stata un'occasione concreta per poter iscriversi alla serie C nonostante la rinuncia della società vincente lo spareggio.»

Venite da un’importante serie positiva, sei vittorie di seguito e una partita da recuperare. Come vedete la cosa e soprattutto cosa è mancato ad inizio campionato?

«Con la vittoria su Bolzano siamo arrivati a 7, ma al di là del numero di vittorie, questo è un segnale positivo del lavoro svolto in palestra, anche se manca ancora di continuità. Nonostante le defezioni e le malattie durante le settimane, cosa che succede a tutte le squadre durante una stagione, la squadra sta rispondendo bene e le vittorie aiutano a tenere il morale alto. Chi è rimasto dallo scorso anno può provare ancora a centrare il salto di categoria e allo stesso tempo sta aiutando i nuovi ad inserirsi per dare una mano in questo obiettivo. Non va dimenticato, che l'obiettivo principale è il singolo miglioramento di ogni giocatore nonché della squadra in tutti i suoi aspetti. Essendo arrivato la settimana precedente all'inizio del campionato ho dovuto cercare di conoscere e adeguarmi al meglio ai giocatori, che a loro volta hanno dovuto conoscere i miei metodi, senza contare che abbiamo incontrato subito le due squadre che al momento occupano le prime due posizioni e sembrano quelle più in forma.»

Ha potuto vedere in azione tutti i giocatori in campionato e di certo sa valutare. Faccia un paio di nomi di giocatori trentini che vedrebbe bene alla corte della Virtus Isola della Scala?

«Escludo i giocatori di Valsugana solo perché la risposta sarebbe troppo ovvia visto il tasso tecnico e fisico dei vari atleti. Mi ha molto impressionato Frattarelli di Virtus Altogarda, il giovane Frigerio, che è in doppio utilizzo con Aquila Trento è ha buoni margini di crescita e per lo stesso motivo Bisesti del Basket Club Gardolo.»

Quali squadre vi hanno impressionato di più in questo girone d’andata?

«Valsugana si sta dimostrando una squadra di categoria superiore sotto tutti gli aspetti nonostante lo scivolone contro Gardolo. L'altra squadra è Junior Rovereto: non avendo cambiato molto dallo scorso anno, sta dimostrando una grande coesione di gruppo e una notevole forza mentale. Anche Gardolo e Virtus Altogarda sono ben attrezzate ma stanno mancando di continuità in questa prima parte di stagione.»

C’è una lotta importante per le posizioni di rincalzo dietro la terza piazza, chi vede come favorita e possibile concorrente al trio di testa?

«In questo momento è difficile sapere chi potrebbe concorrere con il trio di testa, perché, come detto prima, per vari motivi le squadre non stanno trovando una loro continuità e negli scontri diretti si stanno rubando i punti. Chi sarà in grado di trovare più continuità tra Lonigo, Buster, Gardolo e Virtus Altogarda, nel girone di ritorno potrà dare fastidio al trio.»

Da buon conoscitore del basket veneto, secondo lei il livello del girone D è inferiore o alla pari di quello degli altri tre gironi?

«Il livello del girone D è alla pari degli altri. Come detto nella prima domanda si trovano squadre giovani e inesperte e squadre attrezzate per la categoria e anche qualcosa di più, vedi Valsugana. E' un girone impegnativo come gli altri. Forse solo nel girone C ci sono più squadre dotate fisicamente e tecnicamente ed è per questo che risulta più equilibrato.»

Fra le formazioni venete, considerando gli altri gironi, quale o quali sono le squadre da battere per vincere il campionato di Divisione Regionale 1?

«Le squadre da battere sono a mio avviso Basket Piave Spresiano proveniente dalla C silver, Jolly S. Maria di Sala, Basket Creazzo e Pallacanestro Breganze

Da allenatore o giocatore, quali sono stati i momenti migliori e peggiori della sua carriera?

«Il basket mi ha sempre regalo bei momenti sia da giocatore che da allenatore. La soddisfazione più grande è essere RTP di Verona e far parte da anni nello staff regionale delle selezioni e questo mi porta a valutare e vedere ragazzi che anni dopo diventano giocatori di livello nazionale. Il momento peggiore in assoluto è stato quando un mio giocatore durante un allenamento è venuto a mancare: un episodio come purtroppo si sentono spesso e che lascia il segno.»

Autore
Sandro Botto
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