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Divisione Nazionale A

Trento capolista cede il passo alla serrata difesa triestina

I ruggiti dei leoni bresciani messi in gabbia pochi giorni or sono tuonano come un ricordo, la salsedine del Mar Adriatico lascia un pungente amaro in bocca a Coach Buscaglia ed i suoi ragazzi, forse parzialmente segnati dalla temeraria impresa che il ha visti in veste di “domatori”. Il tabellone del PalaTrieste immortala un finale in rosso per gli ospiti (80 – 66). Galvanizzati dal recente trionfo in terra trentina, i giuliani difendono con ardore il parquet amico, teatro di una sola sconfitta stagionale, titolandosi “bestia nera” per le nostre compagini montane. Scivolone dell’Aquila, niente paura, per il momento il trono di regina del campionato è tutt’altro che vacillante, la sedicesima giornata, infatti, stoppa anche le altre star, Perugia Piacenza e Brescia. Risultato? Le prime sette formazioni del girone racchiuse in un gap di quattro punti, i ranghi si chiudono.

Fin dai primi istanti il match si preannuncia agguerrito, ostacoli a doppio senso, valide ed efficaci entrambe le difese, aquilotti e friulani faticano a trovare la via del canestro. La prima frazione trascorre all’insegna dell’equilibrio, i biancorossi provano a prendere il largo (11-8) con Maiocco dalla linea dei 6 metri e 75, l’artiglio dell’Aquila non abbandona la preda ed i primi dieci minuti si concludono in un parziale negativo di soli due punti (14-12). Appare palese il ritmo sottotono dei trentini, cui Coach Buscaglia cerca di porre rimedio attingendo lucidità e tono dalla panchina, il match si riapre con due triple consecutive ad opera dei triestini d’origine Zivic e Spanghero, per impattare il 18 pari. L’allungo rimane un miraggio, Scutiero e Moruzzi gettano l’ancora sul più nove (27-18), l’ex Benevelli difende i colori della sua Bitumcalor, Maiocco armato di frusta regala ai padroni di casa la massima distanza in doppia cifra (+10). Ferrarese in regia scende sul parquet nel tentativo di arginare il vantaggio friulano, sospiro di sollievo sul 37 a 32 alla pausa lunga. Una realtà ben lungi dagli auspici ante gara, in cui i ragazzi di Coach Buscaglia non trovano il giusto piglio, la fluida circolazione di palla che li contraddistingue e, in modo particolare, i preziosi punti dal perimetro. Il cecchino Maiocco approfitta del disorientamento bianconero, infila tre triple consecutive che valgono il più dodici, i compagni Raspino e Vidani lo seguono a ruota, a poco servono gli encomiabili tentativi di Gandini e Fiorito di correre ai ripari, un indelebile 61 a 42 campeggia sul tabellone, ancora un tempo da giocare. Contromisura d’emergenza, zon-press a tutto campo, Moruzzi mina alla base la nuova carta giocata dagli aquilotti, con un centro dalla lunga distanza. Ogni tentativo è d’obbligo, non sono sufficienti tre finalizzazioni dall’arco a salvare i bianconeri dal naufragio, a due minuti dalla sirena finale le distanze si accorciano a dodici punti, che diventano ufficialmente quattordici allo scadere del quarantesimo minuto (80-66).

Il bagliore della regina del girone sostituito da una flebile fiammella? Non tutto a demerito di Zivic e compagni, messi in difficoltà da un Acegas Trieste che fa del parquet casalingo uno dei suoi punti di forza. “Abbiamo preparato l’incontro, sapevamo non sarebbe stato semplice” – a parlare è il baluardo Luca Gandini, certezza sotto le plance – “Una solida fisicità difensiva, determinati e bellicosi, punti focali che ci hanno imbrigliati nel gioco, non siamo riusciti ad impostare la nostra velocità, ad entrare in partita. L’aspetto psicologico ha fatto il resto, innervositi con l’aggravante di un parquet nemico su cui la cultura della palla a spicchi è fortemente radicata”. Bitumcalor Trento sottotono, da un lato vincolata dagli esigui spazi al tiro concessi dai giuliani, in parte scarsamente decisiva in difesa, e, si sa, il segreto di un proficuo attacco è una valorosa linea difensiva. “Il coach ha cercato la giusta chimica con le rotazioni dalla panchina, l’eccellenza è un risultato collettivo, ciascuno di noi deve contribuire al meglio delle sue potenzialità, ognuno con il suo prezioso mattoncino. Ed oggi, le risorse del singolo non sono state spese a regola d’arte per il benessere del gruppo” – prosegue l’analisi del venticinquenne bianconero – “In archivio il match contro i friulani, la nostra filosofia è quella di affrontare ostacolo dopo ostacolo, ed ora è il turno di Senigallia. Ardente il desiderio di rivalsa per la sconfitta inflittaci all’andata, determinati a mantenere inviolato il PalaTrento ed a rimanere in vetta, ci attende un’impegnativa settimana di lavoro”. In particolare, i ranghi saranno al completo da mercoledì, quando Marco Spanghero e Simone Fiorito faranno rientro dal raduno nazionale U20.

Meritato riposo, oggi le aquile tornano nel rettangolo di gioco per gli allenamenti. D’ogni errore si crea virtù, metabolizzato lo scontro con Trieste, concentrazione e determinazione in vista di un ospite da non sottovalutare.

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