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Divisione Nazionale A

Tradizione d'inizio anno: un tuffo nel basket lacustre

Sulle sponde del lago di Garda, affondano le proprie radici cultura e tradizione della pallacanestro trentina. Allo scoccare dell’ultima mezzanotte del 2010, sono 56 le primavere suonate per la storica società G.S. Riva, attuale Garda Cartiere. Incipit ad effetto, di carattere fiabesco, che porta alla mente l’indelebile figura di un personaggio di spessore, “Cianci” Amistadi, motore trascinante ed icona del basket rivano. Il presente. Con medesima passione e devozione, affrontando le difficoltà a viso aperto, gli attuali membri del direttivo curano le sorti della squadra: impegno, costanza, amore per la palla a spicchi e per quanto essa, qui in riva al lago, rappresenta. All’alba del 2011, brevissima la distanza che separa dal giro di boa del campionato, nove le sconfitte consecutive, grande voglia di riscatto.

Tommaso Bindi concede una pausa piuttosto lunga ai suoi ragazzi, ultimo incontro contro la corrazzata Perugia domenica 19 dicembre, ripresa degli allenamenti al Palagarda lunedì 27 dicembre, all’indomani di brindisi e panettoni! “Normalmente la lontananza dal parquet non è così prolungata” – ci racconta il coach – “Complici i diciotto giorni di stop del campionato ed un programma di massima stilato sulla base del match con Perugia erroneamente stimato in data sabato 18 dicembre, ci siamo visti costretti ad un riposo superiore al previsto”. Acciacchi a parte, con Filattiera e Torboli in recupero dalle imperfezioni fisiche, accezione e spunti positivi da attribuire a questa sospensione, certo, necessaria ad un recupero fisico, sostanziale in termini emotivi e psicologici. “Una scelta fatta con criterio e consapevolezza, in piena approvazione del preparatore atletico Renato Dionisi”.
Un gruppo d’invidiabile forza di volontà e spirito battagliero, punto debole, il classico tallone d’Achille, la ridotta fisicità. “Un occhio attento lo nota con immediatezza, esteticamente e strutturalmente siamo una squadra competitiva ad un livello inferiore, idonea per una serie B” - prosegue Tommaso Bindi - “Scelte estive, me ne assumo onore e (soprattutto!) onere”. Agosto 2010, il budget limitato spinge verso un roster all’insegna della leggerezza, penalizzato dall’assenza di giocatori molto fisici, nomi della rosa designati scegliendo “buone mani”, in particolare dal perimetro. Slancio, agilità, intensità e velocità le prerogative. “In aggiunta alle doti fisiche, mi sono preoccupato dell’aspetto psicologico, decidendo di formare una squadra di cestisti fortemente motivati: giovani con desiderio di affermarsi, esperti smaniosi di riscattarsi, neofiti della serie A dilettanti, autoctoni galvanizzati dall’appartenenza al territorio”.
Garda Cartiere, sete di confronto, per non perdere l’enfasi del “clima partita” si mette alla prova contro Marostica, in un match amichevole. “I miei ragazzi hanno un bello spirito” – afferma Bindi in tipico accento toscano – “La squadra gioca una buona pallacanestro, mi diverto e sono orgoglioso della gestione anche contro formazioni di maggior rilievo in classifica”. Frequentemente, la chiave di lettura per i rivani è quella di mettere i propri uomini nelle condizioni di avere un tiro veloce (non forzato!), facendo fruttare un gioco rapido e grintoso.
All’orizzonte il primo impegno, quello dell’Epifania, in cui per l’occasione i ragazzi biancoblu attendono la compagine triestina. “Un incontro da interpretare come tutti gli altri, senza eccessivi timori legati al valore cartaceo degli avversari, estraendo dal fodero la miglior pallacanestro di cui siamo capaci, con la speranza di tenere ben lontane scarsa concretizzazione al tiro ed ampi gap di punteggio a nostro sfavore”.
Il nuovo anno si apre, pesante la casacca indossata dai rivani in seguito alla serie di nove sconfitte riportate. “In una situazione simile, trovare le giuste motivazioni ed attenderle è un’ardua impresa, il punteggio finale non rispecchia più esclusivamente il valore della squadra, condizionato in modo massiccio dall’aspetto psicologico”. Nessun risultato recente con segno più, a discapito di un trend tutt’altro che negativo, che fa ben sperare in termini evolutivi. “Il penultimo scalino della classifica è parecchio scomodo” – precisa il coach biancoblu – “La buona sorte ci ha regalato un presidente, Bruno Santi, ben inserito nel mondo cestistico, visione realista del panorama ed obiettivi concreti, quali il lavoro di gruppo, con costanza e determinazione, ed il miglioramento dei risultati conseguiti nella precedente stagione”. La filosofia è quella giusta, vivere ed affrontare il campionato partita dopo partita, a mente sgombra, e chissà che il 2011 non porti sogni e realtà sullo stesso binario.

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