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A2 femminile

Caterina Logoh dal bronzo agli Europei U20 all’Alperia Bolzano

Un altro volto nuovo tra le fila del Basket Club Bolzano è Caterina Logoh, che si presenta fresca vincitrice della medaglia di bronzo agli europei U20. Guardia di 181 cm, nata ad Osimo nelle Marche nel 2003, nonostante la giovane età vanta buone esperienze in serie A2 e anche in A1 con Battipaglia, mettendo la ciliegina sulla torta lo scorso luglio con il terzo posto agli Europei U20 a Sopron con la Nazionale Italiana dove ha vinto la sua prima medaglia europea.

Caterina arrivi a Bolzano fresca vincitrice del bronzo agli europei U20 e pertanto invece di partire come di prassi dagli esordi, iniziamo con il chiederti di parlarci di Nazionale. Raccontaci di questa esperienza.
«Della Nazionale c'è poco da dire: è sempre e comunque un'esperienza unica e difficile da descrivere con sole parole. Si provano tante di quelle emozioni che alla fine è anche difficile sedersi e provare a ricordare tutto, ma l’unica cosa certa è che sicuramente spunta un sorriso a pensarci».
È stata la tua prima chiamata in nazionale?
«Non è stata la prima, ma non ero mai riuscita ad arrivare fino in fondo e partecipare ad un Campionato europeo come ho fatto quest’anno, solo tornei. Direi che come prima esperienza è più che soddisfacente».
Nulla avviene per caso e siamo curiosi di sapere quando e dove hai iniziato a giocare e sentire quale è stato il tuo percorso fin qui.
«Ho cominciato all’età di 11 anni nella squadra della mia città, Castelfidardo, in provincia di Ancona. E tutto grazie a mio fratello maggiore Gioele: tendevo a “imitare” tutto quello che faceva e dunque quando iniziò a giocare a basket nella stessa squadra non ho potuto che seguire le sue orme. Ho quindi giocato basket maschile fino a che la mia età me lo ha permesso e senza quegli anni di allenamento non penso sarei stata la stessa giocatrice che sono ora. In seguito sono dovuta passare al basket femminile e ho giocato al Porto San Giorgio, altro posto dove ho lasciato sicuramente il cuore.
A 14 anni sono entrata a far parte del progetto High School Basket Lab della federazione, dove sono cresciuta in tutti gli aspetti che si possono immaginare, da dentro a fuori dal campo, proprio perché sempre seguita da professionisti: da Marco e Carolina Gatta fuori dal campo a Lucchesi, Angela Adamoli e Davide Malakiano dentro.
Devo tanto a quel progetto e specialmente a quella squadra, perché ho trovato una famiglia con la quale ho condiviso gioie e dolori per tre anni, e ne sono uscita completamente nuova, pronta a tutto.
Così due anni fa arrivai a Battipaglia, pronta per una promettente nuova esperienza, e anche lì il calore e la famiglia che si trova è difficilmente comparabile con qualsiasi altro posto. C’è un legame che connette tutti, da grandi a piccoli senza alcuna differenza, e penso sia proprio quello, oltre alla grande voglia di migliorarsi e di lavorare che la contraddistingue da tutto il resto. Tra primo e secondo anno, nonostante la retrocessione, si è stati capaci di restare veramente uniti e di mantenere il cuore che ci ha portato a sfiorare i playoff quest’anno. Lì non ho lasciato solo cuore, ma anche un grande pezzo di me e penso che chi mi è stato vicino lo sappia molto bene, e posso solo ringraziare il presidente Giancarlo Rossini per avermi sempre spinto a migliorarmi e permesso di avere così tante opportunità durante questi anni. Ora ho deciso di spostarmi a Bolzano, perché so che è una grande sfida per me e non vedo l’ora di affrontarla con tanta voglia ed entusiasmo».
Che tipo di giocatrice sei? Quali ritieni siano i tuoi punti di forza e quelli sui quali dover lavorare maggiormente?
«Sono una che fa del fisico la propria arma principale e intendo sfruttarlo al meglio per migliorare anche a livello di visione di gioco e attenzione ai dettagli, che penso siano le cose che manchino di più al mio gioco, sopra a tutte le altre ovviamente».
Cosa ti ha portata al BCB e cosa ti aspetti da questa stagione?
«Sono interessata al progetto che Cico mi ha prospettato e già dalla prima chiacchierata ho capito che condividiamo le stesse idee e sentirlo parlare dell’ambiente che Bolzano ha sono stata facilmente convinta».

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