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Divisione Regionale 2

Intervista ad Alberto Franceschini del San Marco Rovereto

La cavalcata verso la vittoria in campionato del San Marco Rovereto, ha di certo avuto un protagonista importante, coach Alberto Franceschini, che ha saputo organizzare al meglio una squadra che all'inizio pareva destinata a posizioni di rincalzo in classifica, ma poi cresciuta inesorabilmente specie in fase playoff, dove ha messo in riga le tre candidate finali alla vittoria.

Immagino che sia più che naturale chiedendoti come è andata la stagione del San Marco Rovereto?

«In Coppa eravamo partiti bene, venivamo da allenamenti da metà agosto e con ritmi da categoria superiore. Poi in campionato siamo calati per via di infortuni, abbiamo perso il nostro lungo dominicano, abbia dovuto ripensarci e la stagione è stata da su e giù. I nostri giocatori di punta venivano da stagioni dove avevano giocato poco o addirittura smesso, il percorso di crescita è stato lungo.»

Nei playoff avete giocato da "underdog", eliminando le favorite, una dietro all'altra. Come vi siete sentiti e cosa è successo nella costruzione della stagione?

«Siamo passati da essere un insieme di giocatori ad una squadra vera e propria. Ad inizio stagione, volevamo prendere dei giocatori con esperienze molto diverse, metterli insieme e farne una squadra. Infortuni importanti lungo il percorso, poi abbiamo perso Herrera per motivi familiari, inizialmente la squadra si è dovuto reinventare. L'infortunio di Rella a metà novembre, le sconfitte prima di Natale si sono sentite e abbiamo dovuto fare cose molto diverse e abbiamo pagato lo scotto. Poi sono arrivati Nave e Vinante dalla DR1, la formazione è diventata più quadrata, specie in difesa. Quasi tutti i nostri giocatori erano alla prima esperienza senior, non era facile. Con alcune squadre abbiamo sofferto molto, con il Cus ad esempio. La nostra stagione è cambiata quando la difesa ha iniziato a muoversi come doveva e siamo diventati squadra mettendo a posto quel reparto. Trasformare Matteo Zambaldi in difensore è stata una cosa importante e nella sua carriera questo cambiamento gli servirà molto, diventando il miglior difensore sull'attaccante principale avversario.»

La prossima stagione, confermate che parteciperete al campionato di DR1? A livello di coach, verrai riconfermato?

«Confermato che parteciperemo al campionato di DR1, non ancora certo che io sia il coach, per via di impegni miei personali e devo comunque parlarne con mia moglie, in quanto vengo da Verona e l'impegno si fa gravoso. Per me sarebbe un onore allenare ancora Rovereto, in quanto la sento più casa rispetto a San Giovanni Lupatoto, da dove provengo a livello cestistico.»

La partita che ti ha fatto capire che potevate vincere e quella che vi ha fatto pensare andasse male, di rischiare di fare un campionato anonimo?

«Parto dalla partita più complicata, ce ne sono varie, il ritorno contro il Villazzano, una brutta sconfitta e noi dovevamo fare punti per arrivare bene ai playoff. Alla mia squadra ho sempre detto che noi siamo capaci di riempire il secchio di latte, ma quando abbiamo finito gli diamo spesso un calcio. In quella serata nulla pareva funzionare. Poi il giovedì successivo contro il Cus, i primi cinque minuti perfetti dove tutto filava da piano partita, i restanti 35 minuti dove sembravamo un gruppo di persone alle quali avevano dato delle maglie da basket e detto di provare a fare qualcosa in campo. Nella partita successiva battiamo il Gardolo in casa e cambia la nostra stagione, se mi chiedi cosa è successo in quell’intervallo di tempo non saprei dirtelo. Unica cosa che mi spiego è che questa squadra doveva giocare partite ravvicinate, avere negli occhi ancora la partita precedente, soprattutto gli errori. Se passava troppo tempo dopo una partita persa, il lungo intervallo non ci aiutava di certo.»

In Gara 1 contro i Night Owls, quando avete perso, avete avuto la sensazione che il copione si avverasse e sareste presto usciti dai giochi?

«Partivamo da una situazione dove loro erano secondi e noi settimi in regular season. Non avevamo pressioni, non volevamo perdere e uscire, ma abbiamo visto la forza della JBR. Da gara 1 a gara 2, abbiamo capito che le solite azioni che giocavamo in attacco non avrebbero funzionato, abbiamo dovuto voltare pagina e far valere la nostra struttura e la capacità di essere trasversali fra le nostre squadre. Gara 2 è stata la svolta di questa stagione. L’imprinting di Fumagalli nella nostra squadra si è sentito, ho fatto un anno da vice di Silvano, poi alcuni giocatori hanno fatto anche campionati assieme, questo di certo ha contribuito moltissimo.»

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