Gianluca Zampedri svela le carte del suo Maia Merano
Coach della gloriosa e storica formazione con sede nella città del Passirio, recente vincitore del premio di allenatore dell’anno, Zampedri ci racconta del suo Merano, del campionato passato ma sopratutto di come sarà la prossima stagione, con un occhio al basket altoatesino.
Direi che possiamo iniziare da un bilancio riguardante la stagione appena terminata. Come valuta l'andamento del Maia Merano?
«E' stata un’ottima stagione per le nostre squadre giovanili, sicuramente non incredibile come quella precedente culminata con i titoli regionali in U17 e U19, ma abbiamo raggiunto ottimi traguardi con tutte le nostre squadre dall’U14 in su e solamente un po’ di sfortuna ci ha impedito di bissare i due successi dell’anno precedente. Le note positive vengono sicuramente dai numeri sempre crescenti, partendo dal minibasket e dalla qualità delle nostre squadre giovanili che ormai se la giocano con tutti gli avversari. A
livello senior, rimane un po’ di rammarico perché si poteva sicuramente fare di più, visto il roster a disposizione.»
Nei quarti di finale vi siete presi il lusso di ostacolare il Pergine, che aveva dominato la regular season. Qualche rammarico per non essere arrivati tra le prime quattro, oppure vi potete ritenere soddisfatti?
«Come detto, avevamo tutte le possibilità di arrivare fino in fondo, ma abbiamo pagato a caro prezzo il piazzamento ottenuto dopo la stagione regolare. In casa abbiamo sempre ottenuto ottimi risultati,
battendo il Civezzano e il Pergine che hanno dominato il campionato. Purtroppo durante la stagione, non abbiamo avuto costanza in trasferta, affrontando spesso partite alla nostra portata, con gravi assenze e questo alla fine ci ha costretto ad affrontare i play – off sempre con il fattore campo agli avversari. Tirando le somme, rimane la soddisfazione per le belle vittorie contro le prime della classe, ma con l’amaro in bocca di non aver raggiunto almeno la semifinale obiettivo sicuramente raggiungibile.»
La provincia di Bolzano, con dimensioni e numero di abitanti simili a quelli del Trentino, ha pochissime squadre di basket, una in serie C (Piani Bolzano) e due in DR2, voi e il Bressanone. Di cosa soffre il basket altoatesino, è una crisi strutturale, oppure ci sono altri sport , mi viene da pensare all'hockey, che riducono molto il numero di persone interessate alla pallacanestro?
«Devo dire che negli anni, parlo di Merano, abbiamo sofferto molto la concorrenza di altri sport molto radicati nel territorio, soprattutto in ambito tedesco, come la pallamano e l’hockey su ghiaccio, senza
dimenticare il calcio e il calcio a 5. Abbiamo sempre fatto fatica a coinvolgere i ragazzi di madrelingua tedesca che tendenzialmente non entravano a contatto con il basket in ambito scolastico, Il trend, per quanto ci riguarda sta cambiando e negli ultimi anni stiamo assistendo ad un autentico boom, partendo dal minibasket, grazie anche al nostro lavoro nelle scuole. L’esempio di Maximilian Ladurner che ha raggiunto la serie A, partendo dalla nostra società, ha contribuito ad avvicinare i ragazzi tedeschi a questo sport meraviglioso. Le prospettive sono quindi molto confortanti e nei prossimi anni potremo sicuramente fare un salto di qualità avvicinandoci ai numeri del Trentino.»
Avendo anche giocato in serie D nel campionato 22/23, come è cambiata quella serie, ora DR1, il confronto con le squadre venete è così impari al momento?
«Come già detto, da altri miei colleghi a tal proposito, in Veneto troviamo un bacino di giocatori tra i 20 e i 30 anni, con esperienze ad alto livello che purtroppo non si trova in regione. Sono tantissimi e hanno la possibilità di giocare in squadre organizzate e strutturate molto meglio di noi per la categoria. Per quanto riguarda poi la nostra esperienza di 2 anni fa, paghiamo anche il fatto che contrariamente ad altre società trentine come Rovereto e Riva, la distanza per ogni trasferta è amplificata dalla nostra posizione così a Nord. Ogni partita in Veneto, porta con sé, un lungo viaggio, possibili defezioni per problemi familiari e lavorativi oltre alla difficoltà stessa della partita. Se a questo aggiungiamo una spesa enorme per la società con una differenza incredibile rispetto al campionato di DR2, è inevitabile che anche società con tradizione e settori giovanili adeguati, penso per esempio a Pergine, Villazzano, Europa, Gardolo, preferiscano rimanere in DR2 concentrando le proprie risorse nei settori giovanili evitando il campionato superiore.»
Avete delle novità da annunciare per la prossima stagione? Cambi di giocatori o nuovi innesti importanti?
«Nella prossima stagione, prosegue il nostro percorso di crescita a livello giovanile. I nostri obiettivi rimangono quelli di farci valere in ogni categoria e far crescere i ragazzi cercando di sostenerli quando hanno la possibilità di calcare palcoscenici più prestigiosi. Seguendo le orme del nostro Maximilian Ladurner, siamo lieti che il prossimo anno, Mattia Claps, cresciuto nel nostro settore giovanile, si trasferirà a Trento per giocare nell’under 19 eccellenza dell’Aquila Basket. Allo stesso tempo Filippo Buciol farà il suo esordio in serie C con i Piani di Bolzano, rimanendo allo stesso tempo anche nella nostra U19. La nostra filosofia è questa, far crescere le nostre squadre ma allo stesso tempo sostenere e agevolare i nostri ragazzi con possibilità maggiori nelle loro sfide a livelli superiori. Per quanto riguarda la nostra DR2, contiamo di confermare l’ossatura della passata stagione, inserendo tanti nuovi giovani che disputano il campionato U19.»
Alla luce delle tre retrocessioni dalla DR1, pensando anche ad un futuro derby con l’Europa Bolzano, come valuta il livello della nuova stagione della DR2?
«Il livello è sicuramente alto e tutti i motivi elencati sopra che riguardano le difficoltà della DR1, hanno portato ad una DR2 che ricorda ormai la serie D trentina del passato. La trasformazione negli ultimi 5 anni è stata evidente, con tanti giovani che si sono affacciati a questo campionato, un tempo riservato ad ottimi
giocatori ma con qualche anno in più sulle spalle e che ora si sono spostati in parte in DR3. Sarà un campionato lungo, con trasferte infrasettimanali a volte scomode a alla fine le trentine avranno
sicuramente il vantaggio di poter giocare quasi tutte le partite senza lunghi viaggi. Come sempre il piazzamento finale della stagione regolare giocherà un ruolo importante nei play off e a mio avviso, la vera sfida per noi, ma anche per altri, sarà quella di avere la squadra il più possibile al completo nelle trasferte difficili. In casa come sempre, sarà molto dura per gli avversari batterci. Mi aspetto belle partite, un ottimo livello e tante sfide avvincenti con giocatori giovani che si sono sfidati molte volte negli ultimi anni nei campionati U17 e U19.»