Vigolo presenta un Pergine completamente nuovo
Marco Vigolo, coach del Pergine, ai nostri microfoni per la seconda volta, si dimostra un abile conversatore, ci potrebbe intrattenere per ore, parlando non solo della sua squadra e di basket, ma anche di altri sport e di musica, ma abbiamo voluto ridurre la chiacchierata soltanto alle novità in vista della nuova stagione.
Partiamo dalla situazione attualissima, ovvero la mancata iscrizione di alcune società a campionato di DR2, cosa mi dici al riguardo?
«Del Valsugana si sapeva che avrebbero tagliato, hanno puntato tutto sul Lagorai in DR1, oltre a mantenere le giovanili. La loro fortuna è stata che alcuni genitori l’anno scorso hanno aiutato la società, altrimenti la squadra sarebbe saltata durante il campionato stesso, dopo quello accaduto alla società a gennaio. Poi in generale ci sono sempre meno giocatori, dalle giovanili ne salgono soltanto 2-3, molti si ritirano, addirittura bravi e a posto. La “mortalità” sportiva è aumentata molto, i primi affetti e l’università contribuiscono molto a questo.»
Di solito sarebbe la prima delle domande da fare quando si riparte con la nuova stagione, ma la mettiamo per seconda. Un bilancio sulla stagione appena terminata?
«Il campionato è andato più che bene, con il roster risicato che avevo pensavo peggio. In realtà avevo a disposizione soltanto 6-7 giocatori che venivano ad allenamento e non era per niente facile, io tecnicamente li avrei visti meglio in DR3. Poi stagione lunghissima, i miei, anche causa il doppio impegno di molti in Under 19, sono giunti davvero stanchi al termine dei playoff, ci sta che abbiamo perso anche la finale per il terzo posto. Vincere due anni di seguito con l’under 19 non è semplice. Io e Delibori credo abbiamo fatto un bel lavoro, se quest’anno Dallaserra e Folgheraiter sono andati a Riva del Garda è anche merito nostro, non dimentichiamo Mancinelli che giocherà a Bolzano in serie C con Massai, poi vedremo con che minutaggio, ma il salto di qualità lo ha fatto importante. Visto quello che è successo a Buciol, poi rientrato a Merano, andremo a vedere cosa succede.»
Novità della prossima stagione, viste le uscite appena nominate di Dallaserra, Folgheraiter e Mancinelli?
«Io non ho mai visto un ragazzo di 19 anni come Folgheraiter, che si sbatte così tanto in allenamento, davvero esemplare dal primo minuto sino all'ultimo, poi in campo in partita ce la mette tutta e non molla mai e se può aiutare i suoi compagni è il primo a farlo. In squadra sono rimasti Zampedri e Massari. Abbiamo preso un pò di giocatori dalla squadre che per qualche motivo non li utilizzava più. Da noi vengono Davide Andreatta, due giocatori dal Paganalla, Daniel Marchesi, Mykhaylo Kulyas e poi Ndaw Saliou che ha giocato nel Valsugana e ha avuto esperienza in serie C, un gran bel giocatore e molto disponibile, questo il colpo importante dell’estate, in dubbio tutta l’estate con la possibilità di giocare con il Lagorai. Dal Civezzano in DR1, Bohdan Zhyrov, altro che si sbatte come pochi in allenamento. Siamo un bel numero, 17-18, non mi lamento, spero di avere più giocatori a disposizione rispetto alla scorsa stagione, dove ne avevo sempre pochi disponibili. Poi abbiamo i fratelli Piva anche questi ex Civezzano.»
A livello di coach siete confermati tu e Delibori?
«No, io in prima squadra, Delibori invece voleva ripartire dalle giovanili, forse con l’under 14, lui vuole ripartire da zero. Come vice avrò Marco Sammarini, aveva l’under 17 l’anno scorso, ragazzo interessante molto capace e già ci dividiamo bene i lavori, secondo me avremo una buona squadra, credo di aver imbastito dei bei giocatori.»
Inserisci Pergine nel trio delle favorite?
«Io vedo molto bene Merano e Gardolo, poi alla lunga anche i Night Owls. Vedo bene anche l’Europa Bolzano retrocessa, non penso sia così scarsa, non girava in DR1, ma in DR2 farà bene. Non metto il Pergine fra le favorite, ma ci piacerebbe rompere le scatole alle altre. Io sono contento che ci siano meno squadre quest’anno, 22 giornate di regular season erano troppe, con sole 10 iscritte sarà meglio.»
Ci sono dei giocatori che avresti voluto nella rosa della prossima stagione ma che non sei riuscito a far arrivare a Pergine?
«Sarebbero piaciuti due giocatori che sono andati al Gardolo, Massari Giole e Luca Dapic, due buoni giocatori che da noi avrebbero trovato del bello spazio, entrambe del Civezzano. Ai tempi avevo contattato Durac, ex Paganella, andato al Gardolo, io speravo di averlo con noi.»
Parlando di giovanili, abbiamo visto che la filiera lunga non ce l’ha quasi più nessuno, i grandi centri come Bolzano, Rovereto e Riva, poi ci siete voi? Quale’è l’importanza di avere tutte le giovanili?
«E’ fondamentale, importantissimo. Innanzitutto devi trovare una buona unione tra tutti gli allenatori delle varie categorie e portare avanti il progetto, dal minibsket sino alla senior. Quest’anno noi abbiamo tutte le formazioni, tranne sfortunatamente l’under 13 perché non abbiamo ragazzi di quell'età, in alcuni casi anche due squadre, come l’under 19. I risultati arrivano se segui tutte le giovanili, se tiri su i ragazzi e li coccoli, allora rimangono e giocano. Giocatori che sono nati dalle giovanili nostri, come Martinatti e Margoni, poi si vedono come siano importanti nelle formazioni dove vanno a giocare.»
Che campionato sarà? Più corto e più equilibrato?
«Penso più corto, poi tolte alcune squadre, le altre rischiano di far la fine del Villazzano o del Paganella, con il rischio che le formazioni spariscano. Anch’io sono stato contattato per allenare un’altra squadra, ma ormai avevo preso parola con il Pergine.»
Quanto è complicato il passo dalla DR2 a DR1?
«La falcata è lunga, innanzi tutto serve un budget importante, oltre ai giocatori ovviamente. Devi avere una buona base di giocatori ottimi, a noi forse poteva rientrare Martinatti, Margoni non sarebbe rientrato perché voleva andare fuori. Senza 7-8 giocatori tuoi non fai nulla. Tante trasferte, le spese del dopo trasferta, ti vanno fuori una barca di soldi, anche se hai un settore giovanile florido, serve a poco. Ci vorrebbe un pool di sponsor che ti dia una mano, ma non è per niente facile.»