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Trainotti: «Un'andata di alto livello, ma c'è da lavorare»

Il gm bianconero fa il punto a metà stagione: «A Bologna non siamo stati aggressivi. Spanghero ha fatto un errore, ma imparerà. Trento anima italiana? Noi cerchiamo solo giocatori con le caratteristiche giuste e grande attaccamento al club».
La sconfitta di domenica a Bologna. Ma anche un girone d'andata comunque brillante e una squadra che a dispetto di un rendimento al di sopra delle aspettative ha ancora notevoli margini di miglioramento per la seconda parte di stagione. Approfittando della pausa di metà campionato il general manager della Dolomiti Energia Salvatore Trainotti, costretto a riposo da una forte influenza che gli farà saltare la trasferta americana che aveva programmato per seguire lo Showcase della D-League in California, fa il punto della situazione in casa bianconera: e parla anche dell'errore di Marco Spanghero a Bologna, di All Star Game e della filosofia di mercato della Dolomiti Energia.

La partita di Bologna
«È stata una gara in cui non siamo riusciti a mettere in campo la nostra abituale energia, ad essere aggressivi come sappiamo. In difesa non siamo mai riusciti a mettere in difficoltà Bologna e siamo stati ad aspettare che loro sbagliassero delle cose invece che essere noi a fargliele sbagliare. In attacco non ci siamo passati la palla con grande continuità ma credo che questo sia stato figlio del fatto di non essere riusciti a entrare in partita in difesa. Anche nelle piccole cose come le palle vaganti o i rimbalzi, che spesso in una gara ti danno il polso di chi è più dentro la partita, siamo stati sempre un attimo in ritardo rispetto a Bologna. Detto ciò questa è stata la prima volta che è capitato, può succedere, e quindi ci prendiamo questi giorni di riposo per ricaricare le batterie e poi pensare alla prossima partita contro Reggio Emilia».

L'episodio di Spanghero
«Sicuramente Marco ha fatto un errore. Un errore importante, ma come ce ne possono essere tanti altri nel corso di una partita. Credo farà tesoro di questa esperienza prendendola come un insegnamento. Sta facendo un bel campionato, stava anche facendo una bella partita ieri, e quindi credo che queste saranno tutte lezioni utili per il futuro».

Il bilancio a metà stagione
«In termini di punti in classifica abbiamo sicuramente fatto un girone di andata di alto livello. Siamo arrivati tra le prime otto che giocheranno le Final Eight, ce la siamo giocata con tutte le squadre, quindi da questo punto di vista il bilancio non può che essere positivo. Positivi sono stati anche il ritorno e l'interesse da parte del pubblico: parlo sia di numeri che di entusiasmo, al palazzetto ma più in genere nella città. Credo però che ci sia tanto ancora da lavorare. La squadra ha notevoli margini di miglioramento, sia a livello di singoli che di capacità di giocare insieme. Abbiamo un roster lungo, con tanti ragazzi, e magari il voler provare a coinvolgere tutti, dando a ciascuno il suo spazio, sul breve periodo ci sta creando qualche difficoltà in più. Ma sono convinto che questo faccia parte del nostro progetto e quindi credo sapremo gestire bene anche queste dinamiche».

Mercato
«Non fa parte del nostro modo di fare l'idea di andare a rimettere in discussione tutto dopo ogni partita. Si può intervenire sul mercato perché si vuole migliorare la squadra, certo, ma non ha senso farlo solo perché un giocatore va più o meno bene. In questo momento noi siamo contenti di quello che stiamo facendo, e pensiamo di poter migliorare lavorando in palestra».

L'anima
«Avere un'anima è la cosa che più ci interessa. E l'anima la costruisci dando fiducia alle persone, mettendole anche nelle condizioni di sbagliare. A proposito del concetto di anima: tanti parlano di Trento come di una squadra con un'anima italiana. Ci tengo a dire una cosa in proposito, e mi sento autorevole a parlarne essendo Aquila Basket un club che ha mostrato di non avere paura ad affidarsi a ragazzi italiani. Noi in realtà non puntiamo su ragazzi italiani, noi puntiamo su caratteristiche che riconosciamo a certi giocatori. Non è il fatto di essere italiano che ti dà un diritto in più a stare in campo. Quello che noi cerchiamo è un gruppo di giocatori che sentano una forte appartenenza al club e che quando vanno in campo mettano l'interesse della squadra davanti a quello individuale. Sapendo che poi il risultato della squadra darà benefici anche al singolo».

All Star Game
«Sabato ci sarà l'All Star Game. Personalmente credo molto negli eventi di Lega perché un passo in avanti fondamentale per il nostro movimento è quello di ragionare collettivamente per sport, per prodotto, per campionato più che come somma di sedici prodotti. All'All Star Game ci sarà una presenza forte per la nostra società e questo non può che farmi piacere perché questa sarà una vetrina importante per il movimento in una città di grande tradizione cestistica come Verona».

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