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La nostra intervista a coach Simone Eglione, del Cus Trento

Nell’occasione dell’inaugurazione del nuovo impianto di Sanbapolis, che ora è la nuova casa del Cus Trento, abbiamo intervistato l'allenatore Simone Eglione, vincitore del campionato passato e al momento al terzo posto in classifica, capace di mettere sotto le dominatrici di questo campionato.

Innanzi tutto ti chiediamo come vedi questa nuova sede, certamente il campo più bello, capiente e moderno della serie D?

«Lasciamo il nostro storico campo, che per quanto piccolo fosse era comunque il nostro campo. Ora dobbiamo essere bravi a prendere confidenza con questo, che è grande almeno tre volte. Stiamo lavorando per creare anche un seguito di pubblico».

Come ti sembra questo campionato. Il Cus inizialmente era partito bene poi ha proseguito tra alti e bassi, seguiti dalla crisi a cavallo della pausa natalizia. Ora si nota una certa ripresa, che sta dando dei grattacapi alle grandi. Come vedi questa stagione?
«Noi dall’inizio dell’anno facciamo i conti con il problema delle presenze in palestra: per impegni di studio alcuni giocatori che fanno parte della squadra non sono sempre presenti. Due hanno lasciato l’organico per questo motivo. Molti provengono da fuori regione e di conseguenza quando arrivano le vacanze di Natale o Pasqua non ci sono e poi i risultati si vedono in campo. Non so se ora saremo in grado di trovare continuità nel lavoro, ma ci proviamo».

Quanto è dura gestire una situazione di questo tipo?
«Devi esser bravo a "rattoppare" le assenze e devi mantenere lo spogliatoio sempre unito. Partendo da questo si cerca poi di dare il massimo in campo. I ragazzi ci stanno mettendo una grande grinta, ci manca soltanto la continuità dei risultati, ma da qui fino ai playoff possiamo crescere».
 
Chi conosce bene il campionato dice che tu sei l’allenatore più esperto e che potresti guidare il Cus verso il successo nei play off. Rovereto ha dimostrato qualche debolezza nella partita contro di voi e contro il Gardolo, mentre la capolista ha dimostrato qualche crepa nel testacoda con il Pergine e paga anche un età media abbastanza elevata...
«Intanto ringrazio per la stima i colleghi ed amici allenatori. Posso essere monotono in quello che dico, ma Rovereto e Bolzano hanno una qualità individuale che riescono in molti casi a tramutare in qualità di squadra e questo di certo sarà importante nella parte cruciale del campionato, nei play off che andranno a cominciare tra poco. Sta solo nel lavoro che stanno facendo o andranno a fare, tramutare queste qualità in gioco. Io vedo Gardolo come grande outsider, perché ancora non si espressa sul serio e non ha dato il massimo, non è ancora riuscita ad esprimere il vero gioco. Noi siamo un gruppo ancora non affiatato e non ti posso dire se saremo i veri outsider. Abbiamo perso e vinto con chiunque, quasi lasciavamo le penne sul campo di Pergine: avessero vinto loro lo avrebbero meritato nettamente».

Da dove nasce l’amore per il basket per coach Eglione?
«Dall’aver scaldato la panchina nella palestra Fogazzaro fino a 17 anni, se vai a vedere c’è la forma del mio sedere su quella panca. A chiedermi se avvesi voluto allenare furono Gianni Brusinelli e Salvatore Trainotti. Iniziai per caso e da allora non ho mai staccato. E credo che non staccherò mai».
 
Hai potuto vedere in azione tutti i giocatori in campionato e di certo sai valutare. Fai un paio di nomi che vorresti nel Cus per questi play off.
«I miei li confermerei tutti ovviamente. Direi Bijedic del Gardolo, che ancora non si è espresso pienamente: noi in quel ruolo siamo carenti. L’altro nome è Bodini del Ravina».
 
Non i soliti nomi, duneu. Rammarico di non esser stato chiamato per l’All Star Game vista l’assenza dei due allenatori trentini?
«Direi di no, in realtà all’ultimo momento sono stato contattato, ma non ho potuto rispondere presente per impegni personali. Comunque ho già guidato due volte la formazione trentina, era giusto che lo facesse anche qualcun altro."

Chi vedi come prossima avversaria nei play off, Piani o Gardolo?
«Noi non stiamo facendo calcoli di alcun tipo e non guardiamo la classifica. L’importante è arrivare pronti in quel momento mentalmente e fisicamente. Può esser la prima, l’ultima o quella di mezzo. Nei play off tutto si ribalta, conta solo la forma fisica e mentale, è un vero terno al lotto».
 
Siete gli unici ad aver battuto la capolista, tolta Pergine, come lo spieghi?
«Noi eravamo al completo, a loro mancava Gaye. Stavamo vivendo un momento ottimo e abbiamo disputato la partita perfetta, sia a livello tattico sia a livello fisico. Poi, al ritorno non siamo stati capaci di ripeterci, e ovviamente Bolzano è venuto fuori».
 
Giro magari il coltello nella piaga. Rammarico per non aver avuto i mezzi per partecipare al campionato di serie C?
«Un gran peccato, noi ci abbiamo provato. Lo scorso anno abbiamo disputato un bel campionato. Con il presidente ci abbiamo provato in tutti i modi. Qualcuno ci aveva fatto delle promesse, poi non mantenute, negandoci gli aiuti economici paventati. Addirittura abbiamo dovuto pagare una penale per cancellare l’iscrizione e rinunciare. Ci siamo fidati di certi personaggi, ma siamo stati traditi».
 
Se ti capitasse di giocare nuovamente la finale, la testa andrebbe a questo problema?
«No, non c’è più questo pensiero. Abbiamo squadra, palestra e budget per affrontare eventualmente la serie superiore. A livello di squadra tre dei nostri andranno via. L’anno scorso abbiamo ricevuto telefonate da ogni dove di atleti che sarebbero venuti a giocare nel Cus in serie C. Credo che non esistano più certi problemi. Questa squadra con due o tre elementi di serie C può affrontare anche quel campionato».

I giocatori del Cus di quest'anno che origini hanno?
«Sette vengono da fuori regione: Veneto, Piemonte, Liguria, Puglia, Sicilia. I sacrifici che dobbiamo compiere sono superiori rispetto a quelli delle altre squadre».
 
So che sei amico del coach del Pergine, come vedi il loro campionato?
«Si, conosco bene Antonio di Martino, mi sarebbe piaciuto se avessero disputato un campionato migliore, magari conquistandosi i play off, ma so anche che hanno avuto tanta sfortuna e molti infortuni. Noi di recente abbiamo prestato loro un atleta (Seck, ndr). Senza nulla togliere alla Virtus o al Bressanone, avrei preferito che fosse il Pergine a disputare i play off».

Autore
Sandro Botto
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