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La partita della svolta: remuntada Trento in Russia

Una rimonta semplicemente clamorosa, destinata a fare la storia, come quella del -33 a Cremona o del -15 contro Torino in gara 5. Trento, con le spalle al muro in Russia, si supera e, senza centri (Jovanovic squalificato e Hogue infortunato), piega lo Zenit dopo un overtime. 99-102 il punteggio finale, che premia un'Aquila mai così tenace in questa stagione al termine di una rimonta incredibile.
La sfida di San Pietroburgo si può comodamente spezzare in due: 36 minuti di dominio Zenit, che tocca varie più volte il +20, e ultimi 4 minuti folli con un'unica squadra in campo, una bellissima Dolomiti Energia che recupera 14 punti (11 negli ultimi 2 minuti) e vola ai supplementari. Buscaglia, che fino a quel momento aveva avuto il nulla da Forray (5 punti con 2/8 al tiro) e Marble (4 con 2/7), si affida al solo quintetto composto da Craft-Mian-Flaccadori-Beto-Pascolo, con tutti i giocatori in grado di andare in doppia cifra trascinati da un magistrale Beto da 28 punti. Il direttore d'orchestra trentino è però Craft, che, come contro Brescia, segna il canestro decisivo a 3 secondi dall'ultima sirena. Per lui anche la bellezza di 13 assist. Il recupero di Flaccadori fa il resto e Trento può gioire per un successo che l'avvicina clamorosamente alle Final16.

TOP Beto, sparacchia nel primo tempo ma nel secondo tempo è un killer. Suo il canestro che vale il supplementare. Citazione doverosa anche per Craft.
FLOP Marble, per lui è ormai meglio cambiare aria. Più dannoso della grandine.
LA CHIAVE Il quarto quarto da 18-35 e il grande gioco di squadra. Contro Trieste 8 assist di squadra, contro Zenit 13 del solo Craft.

Autore
Sergio Zanella
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