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Il personaggio

Roberto Pollini, il coach del Cus Trento

Nonostante la molto giovane età coach Roberto Pollini si è fatto conoscere, oltre che da giocatore con la maglia del San Marco di Rovereto, anche in veste di allenatore. Dopo un passato al Manica dietro ad un ottimo maestro come lo è stato coach Martinelli, “Pol” ha proseguito la strada di allenatore e si sta tutt’ora dedicando in questo ruolo al Cus Trento, giovane formazione militante in serie D. Per una giovane squadra un giovane allenatore, andiamo a conoscerlo più da vicino.
Prima esperienza di allenatore lontano da casa: come ti sembra?
«Mi trovo molto bene a Trento, ho a disposizione ottimi giocatori con tanta voglia di giocare e di fare bene, e questo è molto importante. Dal punto di vista dei risultati la mia soddisfazione subisce un lieve calo in quanto, a parer mio, fin qui abbiamo raccolto meno di quanto seminato».
Quale può essere una motivazione di questo?
«Sicuramente in qualche caso è stato determinante il fatto che pecchiamo un po’ di esperienza nei confronti di altre avversarie. Siamo una squadra molto giovane e in questo punto di vista miglioreremo partita dopo partita sempre di più».
Hai solamente 25 anni ed hai già intrapreso la carriera di coach: non ti manca un po’ il campo?
«A dire la verità ci sono dei momenti nei quali mi piacerebbe far parte della partita in campo, ma alla fine mi trovo bene anche in questa veste. Non che si faccia meno fatica, anzi…».
Come valuti il campionato disputato dai tuoi ragazzi fin qui?
«Una buona stagione certamente, mi dispiace però che meriteremo una classifica migliore. Abbiamo vinto contro le squadre che ci seguono in classifica ma purtroppo non abbiamo raccolto punti contro le squadre che ci precedono, e questo sicuramente ci penalizza. L’unica soddisfazione è che ce la siamo giocata sempre contro tutte. Ad esempio contro la capolista Piani Bolzano abbiamo, secondo me, buttato via la partita. La sconfitta sicuramente ci stava, però potevamo seriamente tornare a casa con due punti in più in classifica. Ai miei ragazzi lo dico sempre che nel basket o si vince o si perde, pertanto per perdere non serve neanche scendere in campo».

Roberto Pollini
Roberto Pollini

Chi vedi come favorita alla vittoria finale?
«Prevedo una dura battaglia. I Piani ha una formazione molto forte e composta da giocatori che giocano da anni insieme. Bazzan non sta rendendo quanto potrebbe, ma è un tassello molto importante per la squadra bolzanina. Però anche il San Marco ha una signora squadra, con l’obbiettivo di salire di categoria».
Qual è il team che ti ha colpito di più?
«Direi il Bolzano Basket, davvero una bella squadra. Contro di loro abbiamo giocato una partita nata male fin ancora prima di scendere in campo visto che per problemi nel viaggio verso Bolzano gran parte della squadra è arrivata in palestra solo dieci minuti prima dell’inizio del match».
Cosa ti aspetti da questo finale di stagione? Speri ancora di riuscire ad entrare nelle prime quattro?
«Dopo la sconfitta di ieri sera contro il San Marco la situazione si fa ancora più complicata. Sarà davvero dura farcela, ma di sicuro noi faremo il possibile per provarci. D’altronde abbiamo sempre qualche giocatore infortunato, malattie, lauree e ad allenamento siamo sempre in otto o nove. Ma nonostante tutto siamo ancora lì».
In che modo lavori con la squadra?
«Ad inizio stagione, per gran parte del girone d’andata ho prediletto il lavoro mentale sulla mia squadra, che piano piano sta iniziando a dare i suoi frutti».
Che impressione ti sta dando questa serie D rispetto a quelle passate?
«Secondo me questo campionato è di livello maggiore rispetto al passato. Molte squadre si sono rinforzate, il San Marco ha messo in piedi una squadra per provare il salto di categoria, è davvero un campionato difficile per tutte».
Punti di forza e punti deboli della tua squadra…
«Di forza sicuramente l’impegno e la voglia che ci mettono i miei ragazzi quando scendono in campo, mentre un punto debole è la poca esperienza che acquisiremo col tempo. Se caliamo un po’ il ritmo le prendiamo da chiunque, mentre se giochiamo come sappiamo possiamo essere un pericolo per chiunque. Fino ad ora sono arrivati molti complimenti, ma sinceramente preferirei più punti che complimenti».
Se ricevessi una chiamata da una categoria superiore?
«Bisogna innanzitutto valutare il progetto della società, cosa fondamentale. Se il progetto è soddisfacente se ne potrà parlare».
Insomma sei un ragazzo “pane e basket”.
«La pallacanestro è più che uno sport per me, durante i viaggi verso Trento spesso vado anche a vedere gli allenamenti di altre squadre per vedere i metodi di altri coach per acquisire maggiore esperienza per il futuro. Inoltre la pallacanestro per me ha contribuito a creare dei legami che vanno anche al di fuori del mondo cestistico, come per esempio quello con Giorgio Martinelli, che oggi pomeriggio ritroverò a Rovereto visto che la sua Costa Volpino giocherà proprio a Rovereto contro il Manica».

LA SCHEDA DI ROBERTO POLLINI

Nome: Roberto
Cognome: Pollini
Soprannome: Pol
Squadra: Cus Trento
Ruolo: Allenatore (o almeno ci provo)
Numero di maglia: quando giocavo il 12
Residenza: Rovereto
Data di nascita: 07-10-1983
Segno zodiacale: bilancia
Altezza: 193
Stato civile: ho la ragazza
Squadra del cuore: North Carolina
Idolo: ovvio…Michael Jordan
Hobby: basket, viaggiare, uscire con gli amici, ma soprattutto battere Paissan e Todeschi a Pro Evolution Soccer con la play 3
Canzone preferita: dura tirarne fuori una, però direi “Piccola stella senza cielo” di Ligabue
Libro preferito: non ne ho uno in particolare…anche perché non leggo molti libri
Piatto preferito: in assoluto la pizza, e con molte aggiunte!!
Sogno nel cassetto: allenare in Eurolega
Stagione migliore: boh
Miglior partita giocata: e chi se lo ricorda!!! (più che altro ero troppo scarso per avere partite migliori!!)
Personaggio più importante incontrato in carriera: eh duretta…qualche giocatore di serie A, ma nulla di che. Sicuramente importanti anche per altri aspetti oltre al basket Martinelli e Silvestrucci.

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