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Il personaggio

Alessandro Ferrara e la sua Audax

Classe 1977, di Pergine ma originario di Caserta, Alessandro Ferrara gioca nell’Audax da due stagioni e quest’anno è all’esordio nella serie D trentina. Nonostante il passaggio dalla Promozione alla Serie D, la sua media punti non ha avuto cali rispetto alla scorsa stagione e sta facendo il possibile per far arrivare alla formazione di coach Sartori la prima vittoria stagionale in campionato.
Quando hai iniziato a fare i primi passi nel mondo della pallacanestro?
«Ho iniziato a giocare in giovane età a Caserta, la città che mi ha cresciuto cestisticamente. In quegli anni la formazione in serie A vinceva lo scudetto mentre io facevo parte delle giovanili e ho avuto l’opportunità di apparire per qualche occasione in serie B1. A Caserta la pallacanestro è uno sport molto importante ed è stato un onore per me fare parte di quella società. Sono rimasto a Caserta fino a quando ho compiuto 17 anni, dopo di che ho dovuto dire addio, o meglio, arrivederci al basket giocato. Ho vinto un concorso per entrare a far parte dello staff delle Ferrovie dello Stato ed ho cominciato, ogni tre mesi, a cambiare luogo di residenza. Ho preferito un futuro sicuro sotto il profilo economico che incerto come quello della pallacanestro».
Ed ora hai ripreso a giocare. Ti sei stabilito definitivamente a Pergine?
«Sì, sono a Pergine dal 2002, ma ho ripreso a giocare solo due anni fa. Comunque sia mi sono sempre mantenuto in forma andando a corricchiare quando possibile. Fin dai primi giorni che ho iniziato a tornare nel mondo della pallacanestro, qui nell’Audax, mi sono trovato molto bene. C’è sempre stato un gruppo fantastico qui e mi trovo davvero bene. In questa società fanno parte degli splendini ragazzi, dal primo all’ultimo».

Alessandro Ferrara
Alessandro Ferrara

L’anno scorso avete vinto la Promozione e, ovviamente, quest’anno state facendo fatica in serie D. Qual è il tuo obbiettivo stagionale?
«Il mio obbiettivo, che è anche quello della squadra, è fare il possibile per raggiungere la salvezza. Dobbiamo ancora portare a casa la prima vittoria stagionale, è vero, però sono convinto che questa squadra ce la possa fare a salvarsi. Abbiamo perso un elemento importante rispetto all’anno scorso, Mario Andreata, che ha dovuto abbandonare, comunque la squadra c’è e può fare bene anche in questa categoria. Partita dopo partita si vedono i miglioramenti, a parte contro qualche squadra ce la siamo giocata contro tutte ma ci manca la vittoria».
Qual è, secondo te, il limite che non vi consente di portare a casa i primi due punti?
«La differenza rispetto all’anno scorso secondo me è che nella passata stagione cercavamo di imporre il nostro gioco alle avversarie, mentre quest’anno non giochiamo nella stessa maniera bensì tendiamo ad adeguarci al gioco che fanno le nostre avversarie. Sicuramente riconosco che è più difficile imporci in questa categoria. Un altro limite che abbiamo è quello che ci manca un vero play che gestisca il gioco della squadra. Pertanto soffriamo molto il pressing alto ed ogni tanto abbiamo qualche black-out inspiegabile che spesso ci taglia le gambe».
Adesso che ti sei stabilito a Pergine, ricevessi una chiamata da una categoria superiore accetteresti?
«Sinceramente adesso come adesso voglio solo divertirmi e non mi interessa andare a giocare in squadre diverse dall’Audax. Ho trentuno anni e il mio futuro lo vedo nell’Audax assieme ai miei amici».
Per concludere, chi vedi come favorita alla vittoria del campionato?
«Secondo me i Piani di Bolzano hanno una marcia in più rispetto alle altre. Ok che le abbiamo perse tutte, però si è visto che contro di noi hanno scherzato più che giocato, giocavano in maniera tranquillissima e sciolta e secondo me possono arrivare a disputare la finale per andare in C2».

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