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Il personaggio

La Garda Cartiere per Bruno Santi

Pochi giorni fa, dopo l’ennesima sconfitta «Dodo» Rusconi si è dimesso. Il morale della Garda Cartiere non era e non è sicuramente dei migliori, e Bruno Santi ha scelto di portare in soccorso della sua formazione Gianni Lambruschi, il successore del coach varesino.
«Ho accettato le dimissioni di Edoardo Rusconi perché bisognava dare una scossa alla squadra e l’ho quindi lasciato libero. Rusconi ha agito molto correttamente nei nostri confronti visto che ha rinunciato allo stipendio che avrebbe dovuto ricevere dal giorno che ci ha lasciati in poi, consentendoci di investire su un altro coach senza incidere sul bilancio societario».
Come mai ha scelto Lambruschi?
«Eravamo indecisi fra lui e Marco Rota. Rota è stato nostro allenatore l’anno scorso nel periodo finale della stagione. Abbiamo optato per Lambruschi perché ha più esperienza del nostro ex coach, soprattutto nel campo maschile e più precisamente nella serie B».
Qual’era il progetto stilato con Rusconi?

Bruno Santi
Bruno Santi

«Giocare un buon campionato nonostante un ridimensionamento del budget. Negli ultimi tre anni abbiamo sofferto molto per questo motivo, ma d’altronde non c’è soluzione. La nostra realtà non ci permette di fare di più. Abbiamo creato una squadra al “risparmio”, puntando molto sull’apporto del coach. La scelta era molto rischiosa e purtroppo non ha pagato, ora speriamo di rimediare con Lambruschi. Nella categoria in cui siamo solo quattro formazioni sono presenti ininterrottamente da almeno dieci anni come noi, e dobbiamo senz’altro andarne fieri. A parte le grandi società con obiettivi superiori ai nostri e disponibilità economiche nettamente più ampie, le altre realtà sono o retrocesse o addirittura scomparse, come Cento la scorsa stagione».
Perché l’inizio di campionato non è stato dei migliori?
«Non darei la colpa alla sfortuna, direi che alcuni meccanismi non hanno funzionato a dovere. Aver perso tre partite gli ultimi 10 o 15 secondi ha sicuramente inciso, anche sul morale. Dico sempre che la linea di demarcazione fra una vittoria ed una sconfitta è spesso impercettibile. Qualcosa non è girato nel verso giusto, ed ora ci troviamo in questa situazione. Come se non bastasse sono arrivate le svariate influenze accompagnate da parecchi infortuni che hanno compromesso l’ultima partita e un po’ incideranno anche nella prossima contro Venezia».
Come può valutare l’apporto di Lambruschi come allenatore? Le ha chiesto qualche giocatore per migliorare la “rosa”?
«È presto per dare un giudizio del nuovo coach, confido in lui per tornare a giocare come sappiamo e dobbiamo. Il nostro tecnico non mi ha chiesto alcun nuovo giocatore, perché a causa degli infortuni non ha ancora potuto valutare l’intero roster. Basti pensare che gli ultimi allenamenti hanno giocato quattro contro quattro. Se servirà qualche nuovo inserimento interverremo sul mercato, ma per il momento puntiamo solo a svuotare l’infermeria al più presto».
Qual è la chiave per raggiungere la salvezza?
«Dato che non ci sono retrocessioni dirette, secondo me l’importante è ritrovarsi in un buono stato mentale e fisico a fine stagione. Il nostro obiettivo rimane conservare la categoria. La strada per uscire dall’inferno è stretta, ma lavorando a dovere ce la possiamo fare».
Per quanto riguarda la prossima partita contro Venezia, può essere il trampolino di lancio per un ritorno della vera Garda Cartiere?
«Sicuramente sarà una partita molto dura, vista la potenzialità di Venezia. Credo che per batterli, nella condizioni in cui siamo adesso. dovremo giocare una grande partita ed avere una gran botta di... fortuna».

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