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Sandro Pezzi commenta il girone di andata delle Sisters

Il girone di andata della Pallacanestro Bolzano si è chiuso con un primo posto a quattro punti dalle seconde e 12 vittorie su 13 incontri. Un cammino autorevole, che commenta così l'allenatore Sandro Pezzi
«Abbiamo deciso di impostare la nuova stagione creando una squadra giovane, motivata, convinta del progetto e soprattutto disposta a sacrificarsi. Niente giocatrici dal passato illustre, ma dal presente in declino, niente parole inutili, niente "io", solo "noi", entusiasmo e duro lavoro.
Quali sono gli obbiettivi?
«Abbiamo definito il nostro campionato come una marcia nel deserto. Poca acqua, tanta fatica ed un'oasi da raggiungere. Che non è necessariamente la promozione, ma è sopratutto spostare l'asticella delle nostre performances il più in alto possibile.
Il sogno nel cassetto?
«Una promozione mantenendo tutte le giocatrici che l'hanno conquistata e con esse togliersi grandi soddisfazioni anche nella serie superiore»
Cosa ha privilegiato nella scelta delle nuove Sisters?
«Ho scelto ragazze motivate, umili ed intelligenti. Il profilo motivazionale ci ha aiutato molto nella selezione. Abbiamo un bel team, persone educate e sensibili, con la giusta determinazione».
Che tipo di preparazione avete seguito?
«Il programma pre-campionato è stato molto duro. Due allenamenti al giorno e nel tardo pomeriggio, per rilassarsi, di corsa in salita sulle passeggiate del Guncina, luogo vivo negli "incubi" delle Sisters. Ho privilegiato corsa e contropiede per sopperire alla mancanza di intesa, avendo ricostruito completamente la squadra».
Come ha reagito il gruppo?
«Nessuna delle atlete ha fatto mancare il proprio entusiasmo, qualche piccola perplessità c'è stata da parte di coloro che all'inizio non hanno sposato il cambiamento. Adesso è condiviso da tutti».
Le avversarie più ostiche che avete incontrato?
«Ogni partita ha avuto momenti duri, anche giocando contro squadre che albergano nella bassa classifica. Le più attrezzate Rovigo, Treviso e Trieste, le squadre che ci inseguono direttamente».
La partita più bella?
«Per il valore del risultato la vittoria esterna a Rovigo, per la prestazione in assoluto non vedo gare "speciali" o memorabili, che spero disputeremo nel proseguo della stagione. Una cosa bella sino ad ora è stata la media delle prestazioni».
La partita più brutta?
«Il ricordo va ovviamente all'unica sconfitta subita a Treviso. Siamo scesi in campo in maniera presuntuosa, abbiamo giocato male e non ci siamo confrontati con la qualità dell'avversaria. Una lezione che ci servirà ogni qualvolta dovessimo dimenticare, anche solo per un attimo, chi e che cosa siamo, cioè un team di persone normali che cerca con la volontà risultati fuori dal normale».
Ines Kerin?
«Grande acquisto. Una ragazza splendida. Leale, generosa e dotata di tecnica sopraffina. Ha voglia di giocare e di stupire in ogni momento, senza dimenticare le compagne di squadra».
Nadia Mossong?
«Nadia ha tre lauree. Due di valenza universitaria, la terza per quello che fa in campo e per la squadra. Insostituibile come giocatrice e come persona».
La giocatrice sorpresa?
«ìPer talento Sara Giangrasso, per intelligenza Giorgia Assentato, per carattere Francesca Fabbricini. Grande anche la stagione di Gottardi, che gioca fuori ruolo e straordinaria l'intensità di Daniela Hafner».
Lo spirito della squadra in questa stagione?
«Vedo fermezza nei momenti difficili delle partite, modestia e molta voglia di impegnarsi per migliorare se stesse e la squadra. Ma il punto di forza è il legame che hanno creato le Sisters, in campo e fuori».
Girone di ritorno?
«Giochiamo una partita alla volta e su di essa riponiamo tutta l'attenzione e la voglia di vincere. Nel contempo cerchiamo di crescere come squadra, il lavoro da fare è tantissimo e vogliamo centrare l'obbiettivo playoff arrivando pronti e con un bagaglio tecnico completo».

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