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A2 femminile

Roberto Sacchi e Safy Fall le conferme dell'Itas Alperia

Dopo la brillante stagione di esordio sulla panchina del Basket Club Bolzano Itas Alperia, conclusasi con la permanenza nella seconda serie nazionale guadagnata anzitempo, siederà ancora (anche se a onor del vero seduto ci sta veramente poco) il coach pavese Roberto “Cico” Sacchi. L’artefice nel 2016 del miracolo Broni, dove dopo 37 vittorie consecutive ha portato la squadra della provincia pavese in A1, continuerà quindi con la sua grande conoscenza e voglia di basket a portare tecnica, esperienza e vivacità a Bolzano.
A fine stagione anche il roster completo è stato confermato, ma per vari motivi è inevitabile che ci siano saluti e nuovi arrivi.
Tra le conferme oramai certe partiamo da colei che nell’ultima stagione è stata la trascinatrice della squadra e l’osservata speciale di tutte le avversarie, Safy Fall.
Nata nel 1989 in Senegal è arrivata in Italia a Parma nel 1999, dove è sbocciato il suo amore per il basket. Nel 2008 è approdata a Bolzano e da allora, salvo un breve ritorno a Parma e poi a Treviso, è rimasta stabile in forza al Basket Club Bolzano, tanto che oramai è considerata e si considera una vera bolzanina.
Sofy da sempre giocatrice di grande talento è sicuramente uno dei principali punti di forza del BCB. Nell’annata 2018/19 ha giocato sicuramente una delle sue migliori stagioni, i numeri non mentono e i suoi movimenti incredibili nemmeno (448 punti e 447 di valutazione in 30 partite), sarà quindi anche per il prossimo futuro un tassello fondamentale a disposizione di coach Sacchi.

Le parole di Safy Fall

«Sono arrivata in Italia a 9 anni, - racconta - ho iniziato a giocare e da lì non ho più smesso. Dalla prima volta che ho preso in mano la palla a spicchi è nato un amore incondizionato, non potevo più farne a meno! Se non mi allenavo in palestra ero sempre ai campetti con mio papà che è stato da sempre il mio fan più fedele e il mio primo sostenitore in quella che poi è diventata la mia carriera cestistica. Bello o brutto tempo eravamo sempre al campetto insieme».
Sofy vari anni nelle nazionali giovanili e nel frattempo l'arrivo a Bolzano. Sei d'accordo che possiamo considerarti bolzanina a tutti gli effetti?
«A 16 il mio coach di allora, Maurizio Scanzani, decise di parlare con mio padre per permettermi di prendere la cittadinanza italiana e da lì ho iniziato a fare i vari raduni con la nazionale. Se non ricordo male, ad una certa età la memoria può ingannare (ride n.d.r.), il primo raduno è stato nel 2006 a Pomezia. Nel 2008, a 19 anni, sono arrivata a Bolzano. Avevo molta ansia per questa nuova esperienza, credo che l’ansia appartenga un po’ a tutte quelle che sono andate via presto di casa per fare sport, ho dovuto fare una scelta che comportava l’allontanamento dalla famiglia e dalle mie più care amiche della gioventù con cui sono cresciuta, ed è stata proprio la voglia di inseguire il mio sogno che mi ha fatto prendere il coraggio di approdare in una nuova città, di inserirmi in una nuova squadra, di impegnarmi ad ogni allenamento per guadagnarmi ogni minutaggio in più sul parquet! Parma fa parte di me,farà sempre parte di me, è il posto che io non smetterò mai di chiamare CASA, la città dove è iniziato tutto! Ma con gli anni posso dire che Bolzano ormai è diventata il mio nido. Qui ho trovato l’amore, ho trovato una seconda famiglia e tante amiche con cui condivido tutto. Quindi certo, ad oggi posso considerarmi bolzanina a tutti gli effetti».
Hai oramai abituato i tifosi del Basket Club Bolzano e più in generale tutto l'ambiente dell'A2 alle tue grandi prestazioni, ma la scorsa stagione ti sei superata. Sicuramente è stata una delle migliori della tua bella carriera. Cosa ne pensi e hai qualche segreto da svelarci?
«La scorsa stagione diciamo che sono partita col piede giusto, ho lavorato molto per avere più fiducia in me stessa, cosa che mi è sempre mancata e che spesso e volentieri andava a incidere negativamente sulla mia performance. Questa “lacuna” è migliorata soprattutto perché ho sentito principalmente che i miei allenatori e le mie compagne erano i primi a credere in me e mi sono chiesta “se loro hanno fiducia in me, allora perché io non ne devo avere verso di me?” Senza di loro probabilmente sarei ancora la Sofy insicura e sfiduciata dei primi anni. Segreti da svelarvi? Mangio tanto kebab o riso senegalese prima delle partite, questo è il mio trucco. Scherzi a parte, non esistono segreti, esistono l’impegno e la dedizione perché il talento senza la passione e la costanza vale molto poco».

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