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C femminile

Il punto di Sofia Gelmetti sul campionato di C

Alla vigilia del rientro in campo della serie C femminile, abbiamo voluto incontrare la capitana del Belvedere Ravina, Sofia Gelmetti, che gioca nel ruolo di centro della squadra allenata da coach Valentina Ciech.

Per cominciare ti chiediamo una tua impressione su questo inizio di stagione, ti va?

"Innanzi tutto siamo partite un po’ al rallentatore rispetto alla scorsa stagione. Questo è dovuto sicuramente a due assenze importanti, la prima Eva Skutilova, rientrata in Repubblica Ceca dopo 10 mesi passati a Trento per l’Erasmus. L’altra importante assenza è quella di Simona Scarciello, che per sua fortuna è rimasta incinta e quindi non ha potuto disputare questa prima parte di campionato. Inoltre probabilmente abbiamo avuto delle difficoltà a causa di una squadra più eterogenea rispetto a quella della scorsa stagione. Tanti nuovi innesti e di età diverse fra loro e la cosa non è semplicissima da gestire. Oltre a questo ci sono stati vari infortuni che hanno aggravato la cosa. Siamo partite in 18-20 e poi ci siamo ritrovate con un numero ridotto di giocatrici rispetto all’inizio. Siamo partite al ribasso rispetto alle aspettative."

E’ un campionato particolarmente difficile anche perché le squadre venete sono particolarmente attrezzate?

"Questo sicuramente. Quando vai a giocare a Venezia o Padova, trovi dei collettivi ben amalgamanti con una storia alle spalle e che giocano insieme da anni. Hanno storie importanti alle spalle. Noi potremmo non essere da meno, ma quest’anno abbiamo avuto diverse sfortune che ci hanno condizionato."

Queste differenze con le squadre venete le trovate anche a livello fisico, in media sono squadre più alte?

"Si sicuramente, i nostri lunghi anche nella media dell’altezza delle ragazze sono più basse. Sotto plancia si soffre, non solo con i lunghi ma anche con le guardie. Poi si incontrano anche arbitri che vedono il basket in maniera diversa che magari fischiano di meno se vedono un contatto fisico e questo di certo non ci aiuta."

Il basket è sempre stato un mondo molto maschile, specie in Trentino. Voi siete un po’ un’isola felice e a Trento siete l’unica società che ha una prima squadra senior e il settore giovanile in rosa. Come vi sentite in questa situazione?

"Abbiamo questa grande fortuna che il GS Belvedere riserva molte energie al settore femminile e a Trento e dintorni siamo l’unica squadra. Poi siamo anche l’unica squadra in serie C in tutta la regione. Poi se una ragazza viene da fuori l’unica alternativa è quella di giocare nel Belvedere."

Quante fra voi vengono da fuori provincia?

"Oltre alla sottoscritta che viene da Verona e che per motivi di studio sono qui da anni, direi 5 o 6. Ogni anno abbiamo avuto sempre qualche straniera in Erasmus, ma quest’anno no ed è un peccato, perché in passato abbiamo sempre grosse individualità. Dal settore giovanile invece vengono le locali e ce ne sono almeno 4 o 5. Dal vivaio come under in squadra abbiamo Sara Caldonazzi e Jessica Mattei, tutte e due under 18. Cristina Aquilini era under ma da poco ha compiuto i 18 e comunque era nella squadra maggiore già dalla scorsa stagione."

Obiettivamente fra infortuni e sfortuna, quante partite in più avreste potuto vincere?

"A mio parere sicuramente l’ultima trasferta contro il Valbelluna. Alcune fra le mura amiche avremmo potuto vincerle, tranne la prima, che era sinceramente ad un altro livello. Anche la trasferta contro Garda si poteva vincere se non prendevamo l’imbarcata che abbiamo preso."

Pesa tanto sul vostro bilancio il fatto che in regione non ci sia un campionato di serie D o Promozione femminile?

"Sicuramente pesa, anche per il fatto che non si possono fare molte amichevoli e partite se ne giocano poche. Pesa il fatto di non poter giocare con formazioni più o meno simili."

Personalmente cosa ti ha portato a giocare a basket?

"Devo dire che ho cominciato molto tardi a giocare a basket, a 18 anni. Venivo da dieci anni di atletica. Personalmente mi ha sempre appassionato come sport, mio padre giocava e anche se non mi ci ha mai portato mi piaceva. Penso che sia un gioco molto mentale oltre che fisico. A mio avviso penso che sia uno degli sport più tecnici che ci sia. Credo anche che il potere della squadra sia molto più forte rispetto ad altri sport e questo mi ha portato a scegliere questa disciplina."

Hai un qualche idolo personale in questo sport?

"L’eterno Michael Jordan penso sia il più grande. Attualmente visto quello che è successo anche Kobe Bryant, con una carriera così lunga e rosea. Quel tipo di vita e carriera credo sia invidiabile da tutti."

Hai una squadra femminile di basket preferita?

"Sicuramente il GS Belvedere."

E maschile?

"Il Gs Belvedere in Promozione. Essendo di Verona direi il Tezenis Verona in A2, ma per non farmi nemici posso anche dire l’Aquila Basket in serie A1."

Cosa ti ha portato a venire a Trento?

"Sono da un po’ di anni a Trento e studio ingegneria civile. Ho terminato la laurea magistrale nel 2015 e sono da un po’ di anni che rinforzo le fila del GS Belvedere."

Da non trentina come vedi Trento?

"A Trento ci sono degli agi che in altre regioni non abbiamo. La vita è più agevolata per tante cose. Venendo da Verona ho trovato Trento più tranquilla ed intima e mi è piaciuta subito."

Autore
Sandro Botto
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